Mercati asiatici: prevale il nervosismo

E’ un mercato sofferente e nervoso quello che mi trovo ad osservare questa mattina in Asia. Per poter sperare in un segno positivo c’è la necessità di digerire : La pessima chiusura della borsa americana. La recente vasta esercitazione dell’aviazione israeliana vicino alla Grecia, a una distanza simile a quella tra Israele e l’Iran. Le bellicose dichiarazioni che sono seguite all’esercitazione.

Le dichiarazioni a margine del presidente dell’Opec, Chakib Khelil, che ha affermato di non credere che dopo la conferenza di Gedda tra paesi produttori e consumatori di petrolio i prezzi del greggio scenderanno. La debolezza del dollaro. La notizia che l’oleodotto colombiano Cano Limon-Covenas è stato chiuso dopo due attacchi esplosivi attribuiti a forze ribelli e avvenuti tra le giornate di sabato e domenica. Gli attacchi agli impianti petroliferi nel delta del Niger.

Ma quello che più disturba il mercato asiatico in generale e il governo cinese in particolare, sono le dichiarazioni del presidente dell’Opec, il ministro algerino dell’Energia, Chakib Khelil, che nel corso di un incontro con la stampa a Gedda, in Arabia Saudita, qualche ora prima dell’apertura della conferenza dei paesi produttori e consumatori di petrolio ha dichiarato : “La nostra posizione é che in questa fase noi dobbiamo studiare il mercato”, “Ci riuniremo a settembre per prendere una decisione su di un eventuale aumento della produzione” e “Se (riterremo che) il mercato sarà in equilibrio in settembre, perché dovremmo aumentare la produzione?”

Stati uniti e Cina al vertice economico di Annapolis hanno dato prova di voler unire le forze per provare a mitigare i danni causati da un prezzo troppo alto del petrolio. Io credo che già da questa settimana sarà possibile capire se il nuovo accordo porterà a dei risultati tangibili.

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