La bolla scoppiata

La salita e la discesa

Negli Stati Uniti i prezzi delle case tra il 2003 e il 2006 sono saliti del 52%. Il crollo che è seguito ha eroso i patrimoni degli americani che successivamente hanno visto ridurre notevolmente la loro capacità di finanziarsi utilizzando gli asset immobiliare come garanzia.

Risultato: oggi milioni di americani hanno debiti per un importo di molto superiore al valore delle loro case.


Las Vegas, Miami e Phoneix le peggiori
La famosa Strip di Las Vegas. Nel capitale del gioco i prezzi delle case sono scesi del 26,8%  in 12 mesi. (Fonte: S&P)

In un trend di mercato che colpisce tutte le maggiori città degli Stati Uniti (anche la Grande Mela perde terreno), la maglia nera dei prezzi la conquistano Las Vegas, Miami e Phoenix.

Il calo medio per questi enormi agglomerati urbani è stato del 25% nello scorso anno con punte del 26,8% per Las Vegas.

La città dell’azzardo nel passato quinquennio ha vissuto uno dei boom economici e immobiliari più incredibili e ora gli investitori della Strip e Miami Beach
devono fare i conti con la ‘sbornia’ immobiliare e incassare le perdite. 


Ancora più in basso

Nonostante le perdite già accumulate, il futuro del mercato immobiliare americano continua a presentare un quadro a tinte fosche.
Miami Beach. Gli immobili sulla spiaggia più famosa della costa Est sono scesi del 26,7% nei passati  dodici mesi
Secondo gli esperti, infatti,  il calo del mercato immobiliare a stelle e strisce non è ancora giunto al termine e i prezzi dovrebbero scendere ulteriormente entro i prossimi 12 mesi. “Stimiamo che l’indice Case-Shiller  possa scendere ancora di un 15-20% entro il 2009, il che significherebbe un calo dal top del mercato del 30-35%” ha commentato Michelle Meyer, economista per Lehman Brothers.


Un’altra fonte (The Office of Federal Housing Enterprise Oversight index) registra un calo più modesto del mercato immobiliare americano (-4,8%) ma in questo caso il problema è che l’indice è ristretto ai soli immobili acquistati con mutui ‘classici’ e quindi non tiene conto della forte speculazione che ha interessato i mercati più caldi, dove Mutui Subprime e Jumbo Loans hanno fornito il propellente per la bolla immobiliare.

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