Guerra agli intermediari, meglio i broker

Ce la giochiamo con il Portogallo. E non stiamo parlando degli Europei di calcio dai quali il team italiano è uscito battuto dagli spagnoli. Stiamo parlando di un ipotetico campionato europeo delle assicurazioni, dove l’Italia si giocherebbe con il Portogallo e la Grecia la palma per l’ultimo in classifica per le coperture assicurative.

L’Italia è uno dei paesi più sottoassicurati non solo dell’Europa, ma anche del bacino del Mediterraneo. E’ strano pensare che in Marocco, ad esempio, la polizza contro gli eventi catastrofali sia obbligatoria, invece in Italia l’unica polizza obbligatoria sia l’Rc Auto. Ed è così da molti anni.

Ma il mercato almeno per coloro che lo vivono sta vivendo una significativa accelerazione, grazie alla ristrutturazione del sistema assicurativo. “La dinamicità del mercato è altresì testimoniata dalle nuove autorizzazioni all’esercizio e all’estensione dell’attività e dai segnali di una maggiore proiezione estera delle imprese nazionali“ ha affermato Giancarlo Giannini in occasione della relazione annuale dell’ISVAP, l’istituto da lui presieduto.

Peccato però che i dati relativi al portafoglio non segnalino un mercato così dinamico. Anzi nel 2007 la raccolta è stata pari a 99.074 milioni in calo del 7% rispetto ai 106.502 del 2006. In particolare nei rami vita la raccolta è stata di 61.440 milioni e nei rami danni di 37.634 milioni. Il presidente dell’ISVAP ha sottolineato come “il mercato appare in evoluzione strutturale, anche se ha registrato una brusca frenata” e che “l’andamento negativo è imputabile alla rilevante contrazione della raccolta dei rami vita (-11,4%), in forte crescita fino al 2005”. Tutta colpa del ramo vita quindi?

Sembrerebbe di si. Giannini invita anche gli stessi “agenti e broker a intervenire nel comparto vita in modo significativo, non rimanendo focalizzati solo nel segmento Rc auto e in quello dei rischi complessi”. E di distribuzione ha parlato anche Fabio Cerchiai durante l’assemblea AIBA di ieri sottolineando come “la distribuzione è un motore di sviluppo del mercato” precisando però che quella che consente al mercato di crescere è quella pluricanale, non plurimandataria.

Insomma ancora una volta il presidente dell’ANIA ha colto l’occasione per ribadire il suo secco rifiuto delle liberalizzazione e soprattutto del decreto che fa cadere il vincolo di esclusività. Come se in Italia ci fosse qualcuno che stia lavorando per il plurimandato.

Ma la giornata di ieri si è rivelata critica per gli agenti anche per altri punti di vista. Il presidente dell’Antitrust Catricalà ha auspicato un sistema di brokeraggio analogo a quello anglosassone, quale risoluzione ai problemi del settore in Italia.

E’ iniziata la guerra agli intermediari?

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