Sam Israel III: dalla finanza speculativa ai viaggi nel tempo

Il manager, a piede libero dal 2006 grazie al pagamento di una cospicua cauzione, in giugno avrebbe dovuto affrontare un processo che quasi certamente gli avrebbe inflitto oltre 20 anni di carcere nonché il divieto a vita di prendere parte all’attività finanziaria.

A prolungare la sua libertà, oltre l’attesa del giudizio, fondamentale il coinvolgimento della compagna, Debra Ryan. La giovane decoratrice avrebbe infatti aiutato Israel a inscenare il finto suicidio con tecniche di depistaggio degne di una spy story di serie B.

Tutto vano comunque. Dopo poco meno di un mese la fidanzata crolla sotto il peso degli interrogatori  e il manager (che soffre di disturbi cardiaci) decide di consegnarsi alle autorità.

Finisce così il sogno di un altro esponente della Wall Street “prendi i soldi e scappa”.

Israel III (nella foto al momento dell’arresto), nato da una ricca famiglia di New Orleans (nel 1981 la famiglia Israel vendette a Donaldson, Lufkin & Jenrette per 42 milioni di dollari, ACLI International, casa di brokeraggio attiva sulle materie prime) pare non abbia mai dimostrato grandi capacità in materia di investimenti e le informazioni intorno alla sua carriera sono zeppe di buchi e no comment.

Illuminante il racconto di un trader che lavorò con Israel negli anni novanta e pubblicato sulle pagine del New York Post. Il trader descrive l’hedge fund manager come un ‘pazzo’ fanatico dei viaggi nel tempo.


Addirittura, sempre secondo il trader, Israel stava lavorando su una macchina del tempo per conto del Governo degli Stati Uniti: “Una volta ci portò nello scantinato della sua casa e ci mostrò un congegno strano. Ora quel congegno è diventato una scatola per gli attrezzi”.

Accantonate anche le aspirazioni ‘scientifiche’, Israel decide di fare il salto di qualità e, insieme al socio James Marquez, fonda Bayou Management.

Il fondo riesce a raccogliere una discreta cifra anche grazie all’influenza della famiglia di Israel (particolarmente nota nella comunità ebraica della zona di New Orleans). Sfortunatamente, Israel e soci sono più bravi a spendere che a fare soldi e dopo qualche trimestre di attività il fondo viene chiuso senza grandi spiegazioni.

Scattano allora le richieste di rimborsi da parte degli investitori (molti fondi pensione hanno perso milioni di dollari in Bayou) e la successiva amministrazione controllata (Chapter 11).

Marquez, il co-fondatore della società, si dichiara subito colpevole e viene condannato a 4 anni e 3 mesi di carcere.

Il giudice che seguì il caso nel 2005, Colleen McMahon, descrisse così l’operato di Marquez “l’intreccio di società ombra creato attorno a Bayou è quanto di più ingegnoso e terribile che abbia mai visto nella casistica delle frodi finanziarie”. Marquez oltre la condanna ha dovuto pagare un risarcimento di 6,2 milioni di dollari dichiarando davanti al giudice, “ho commesso  un terribile errore nel scegliere la strada più facile quando le cose si sono fatte difficili”.

Dopo Marquez, anche Daniel Marino (Direttor finanziario del fondo) cade e viene condannato al carcere.

Ora che anche Israel III si è arreso, la banda bassotti della finanza speculativa si ritroverà di nuovo insieme (in carcere) e questa volta solo la macchina del tempo di Israel potrà trarrli in salvo.

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