La verità è che il mondo intero è stanco di doversi adeguare alle dichiarazioni dei vari guru super pagati dalle banche d’affari, capaci di condizionare con le loro sentenze i destini delle borse mondiali, ma non i destini, sempre più incerti delle banche in cui lavorano.
L’Asia nella sua telefonata di questa mattina sta dicendo forte e chiaro : smettetela di giocare con i target price e con le speculazioni sul petrolio e cereali, e se proprio volete che qualcuno corra con soldi freschi a salvarvi mettetevi in fila, possibilmente in silenzio.
Sarà una telefonata “finta” come quella di Aldo che aveva trovato il telefono del suocero occupato o una giornata come quella odierna potrà avere un seguito?
Per intanto con gli stock di greggio Usa che sono calati di 5,84 milioni di barili a 293,936 milioni (erano 352,6 milioni l’anno scorso) e con il petrolio che non ha realizzato il solito nuovo massimo, i mercati asiatici provano a scommettere su una stabilizzazione del costo delle materie prime che possa portare ad una riduzione dell’ inflazione.
Se l’Asia riuscirà a chiudere tra poche ore in positivo e il continente europeo riuscirà oggi a fare altrettanto, il segnale sarà importante. Altrimenti, come al solito, a fine ricreazione si rientra in classe a prendere bacchettate dal professor Wall Street.