Tassi: un rialzo di troppo?

Nonostante abbia letto e riletto l’ultimo comunicato della Banca Centrale Europea, cercato fra le righe, sotto qualche parola-chiave, ancora non riesco a spiegarmi l’ultimo rialzo dei tassi di interesse.

Ridurre l’inflazione? Certamente lodevole, ma questo obbiettivo non sarà raggiunto fino a quando il rialzo dei prezzi sarà legato al rincaro delle materie prime, in particolar modo dell’energia.

Le cifre sono di una trasparenza cristallina. Nel gennaio 1999, quando il prezzo del barile era fermo a 10 dollari, l’inflazione nella zona Euro era dello 0,8%. Oggi raggiunge il 4%, ossia il doppio della soglia di tolleranza della BCE. Durante lo stesso periodo, il rialzo dei prezzi, energia a parte (l’inflazione detta “cuore” o “sottostante”), è rimasto stabile all’ 1,5%.

Non lo si ripeterà mai a sufficienza: non c’è inflazione in Europa.

Molto facile, forse penserete, escludere il peso del pieno di benzina e del gasolio per giustificare questo positivismo. Intendiamoci: il rialzo del 4% dei prezzi è reale e pesa sul nostro potere d’acquisto.

Del resto, è la principale inquietudine di 320 milioni di consumatori europei, secondo alcuni recenti sondaggi. Ma non è un’inflazione legata al surriscaldamento della domanda, la sola che una banca centrale può ostacolare con una contrazione della sua politica monetaria. D’altra parte non è un caso se la Banca Centrale Americana ha come bersaglio un indice dei prezzi epurato dal costo dei generi alimentari e dell’energia.

Evitare che questa inflazione si ripercuota indirettamente sui salari attraverso la scala mobile? Questo timore di una spirale dei prezzi e dei salari risale agli anni ’70, ma non ha più ragion d’essere oggi. Solo il Belgio, il Lussemburgo e … Malta hanno ancora dei meccanismi di indicizzazione automatica dei salari all’inflazione. D’altronde, la BCE deve tingere di rosa l’orizzonte congiunturale per giustificare la sua recente decisione, che paradossalmente, potrà dare maggiore peso alle rivendicazioni dei sindacati.

Mantenere la propria credibilità? Se il prezzo del barile dovesse continuare la sua ascesa fino a 200 dollari come predetto da qualcuno, l’inflazione raggiungerà circa il 4,5% nella zona Euro. Con o senza il rialzo dei tassi. Ciò sarebbe sufficiente a offuscare la reputazione della BCE, tanto più che, con una politica monetaria restrittiva, possiamo esser certi che l’attuale contrazione delle economie europee, si trasformerebbe in un’autentica recessione.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!