Quello che gli indici di borsa non dicono

Ogni goccia che cade porta via un poco di fiducia e spinge gli investitori a disinvestire. La borsa americana scende e le borse asiatiche si accodano.

Se questa sfiducia, al raggiungimento del suo culmine, dovesse arrivare a travolgere i titoli di stato americani con gli investitori internazionali pronti ad investire il proprio surplus derivante dalla vendita del petrolio in altri lidi, allora la palma di peggiore notizia di ieri dovrebbe andare al comunicato di Standard & Poor’s che ha alzato i rating sul debito della Cina, dato che è riuscita ad aumentare le riserve in valuta estera e a resistere al rallentamento dell’economia Usa.

L’economia della Cina è cresciuta di oltre il 10 percento nel trimestre terminato a giugno
, il decimo consecutivo di espansione, mentre le riserve valutarie hanno raggiunto la cifra record di $1.800 miliardi. Il miglioramento del bilancio statale consente una “grande capacità di ripresa” in caso di improvvisa inversione dell’economia, ha dichiarato l’agenzia di rating nel comunicato in cui si precisa anche che la mossa “riflette i continui miglioramenti della situazione fiscale, la forte posizione del paese verso l’estero ed il suo eccezionale potenziale di crescita economica”.

Il rating sul debito a lungo termine della Cina, invariato da due anni, è stato innalzato di un livello ad A+, il quinto più alto, ponendo la nazione asiatica alla pari con l’Italia.

Che il cambiamento in atto non sia effimero lo ha compreso anche il ministro della Difesa americano, Robert Gates, visto che in un documento di indirizzo strategico denominato “National Defense Strategy”, i cui contenuti sono trapelati sul Washington Post, scrive che gli Stati Uniti devono cooperare sul piano militare con Cina e Russia per evitare che i due paesi finiscano per emergere come due potenti e potenziali avversari , mettendo i destinatari del documento in guardia sul fatto che da Pechino e Mosca possano arrivare potenziali minacce e indicando come risposta a questo scenario relazioni di collaborazione e cooperazione.

Gli indici di borsa cinesi, in ribasso di poco meno del 50% da inizio anno, messi a confronto con quelli americani che perdono nello stesso periodo tutti meno del 15%, ci raccontano per il momento una storia differente. Io da tempo ho già deciso a che storia credere.

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