Mercati Asiatici : Ragion di Stato

La società, Veolia Environnement, numero uno mondiale nel settore del trattamento delle acque è francese, già prima che i costi delle materie prime raggiungessero livelli record aveva identificato la Cina come principale area di crescita per il proprio business. In settembre aveva opportunamente firmato un contratto da 2,65 miliardi di euro per fornire acqua potabile a Tianjin per 30 anni ottenendo in cambio una quota del 49 percento in Tianjin Shibei Water Company Ltd., joint venture con Tianjin WaterWorks (Group) Company Ltd.

Non è passato nemmeno un anno ed ecco che un fondo di investimento statale cinese, il China Investment Corporation si preoccupa di farci sapere tramite Henri Proglio, amministratore delegato della società francese, di aver acquisito circa 5 milioni di azioni di Veolia pari a circa l’ 1.5% del capitale. Il titolo ieri volava e la crisi degli utili pare superata.

Casualmente in questi giorni l’Eliseo con un comunicato ha reso noto che il presidente francese Nicolas Sarkozy non incontrerà il Dalai Lama durante la visita di quest’ultimo in Francia dal 12 al 23 agosto precisando che “si comprendono le ragioni che conducono il Dalai lama, tenuto conto delle circostanze, a non chiedere un incontro” con il capo dello stato.

Possiamo in questo caso ipotizzare la ragion di Stato ? La Teoria della ragion di Stato è una teoria filosofica e politica secondo la quale ogni azione dello Stato, se necessaria per il bene dello Stato stesso, è legittima, indipendentemente dalla sua moralità.

E adesso chiediamoci : Chi conoscete che sta anteponendo il proprio personale interesse a quello dello stato ? Stavate pensando a “Lui” ? La domanda non voleva essere era così facile. Io pensavo invece al presidente americano George W.Bush, che da ieri e’ nella capitale cinese per partecipare alla cerimonia d’ apertura delle Olimpiadi e che ha rinnovato oggi le sue critiche alla Cina, chiedendole di consentire la “libertà d’ espressione” dopo aver inaugurato la nuova sede dell’ Ambasciata americana, nel vecchio quartiere delle legazioni straniere nei pressi della centrale piazza Tiananmen.

Formalmente, con una piccata risposta, il ministero degli esteri di Pechino ha respinto le critiche bollandole come “interferenze negli affari interni della Cina”. Praticamente i cinesi, contro il volere degli americani, hanno provveduto a svalutare la propria divisa verso il dollaro di quasi l’1% in 15 giorni rendendo più competitive le proprie esportazioni verso gli Stati Uniti.

Quando un mese fa, al termine di un colloquio al termine del G8 tra Hu Jintao, presidente della Repubblica Popolare Cinese nonché Segretario Generale del Partito Comunista Cinese e capo delle forze armate del paese e George W.Bush, dichiarò “di non vedere l’ora di assistere alle Olimpiadi alle prestazioni degli atleti americani” e chiese sorridendo al collega cinese di dargli una mano a trovare i biglietti per la partita di basket Usa-Cina, il presidente Hu Jintao rispose ringraziando Bush per la sua opposizione ad una politicizzazione dei giochi olimpici.

“Se mi aiuterete a trovare un biglietto ve ne sarò molto riconoscente” disse George W.Bush. Il biglietto lo hanno trovato, ma si sono dimenticati di dire che non era gratis.

Le Olimpiadi iniziano oggi. La riconosceza dei cinesi per chi avrà pensato allo sport e alla ragion di Stato arriverà dopo.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!