2 gradi di separazione

BFC: I numeri del risparmio gestito sembrano annunciare il declino del settore. Qual è il futuro dell’industria?
Verna: Il fenomeno di deflusso dei risparmi dal settore del risparmio gestito, cui stiamo assistendo da circa 18 mesi in Italia, è certamente un segnale molto preoccupante. I principali responsabili di questi flussi sono indubbiamente le banche. 
E’ questo il principale problema. Occorre domandarsi se per un sistema economico nel suo complesso l’importanza delle banche nell’orientare i risparmi sia un “bene” oppure un “male”. Una caratteristica strutturale, e perciò non eliminabile, oppure solo un’inefficienza dello status quo, da eliminare quanto prima, nell’interesse non solo del singolo risparmiatore/investitore, ma anche del sistema economico nel suo complesso? In Italia, i tre momenti principali di un processo d’investimento vengono a coincidere in un unico soggetto: produzione, distribuzione e consulenza. La “separazione” tra produzione e distribuzione è un primo obiettivo che occorrerà raggiungere quanto prima. Ma anche la sovrapposizione tra distribuzione e consulenza necessita di importanti aggiustamenti in termini di maggiore efficienza.
 
BFC: In molti hanno indicato la consulenza come una ricetta per salvare l’industria?
Verna: La consulenza, per essere tale, necessita di alcune caratteristiche fondamentali. 
La prima, e più importante, è l’assenza di conflitti d’interesse tra propria redditività e “consiglio” elargito. Non è credibile una consulenza in cui il ricavo dell’attività dipenda esclusivamente da quanto consigliato. Questa è la principale sfida che le reti distributive si troveranno ad affrontare nel prossimo futuro. In nessun caso, vi deve essere un interesse economico proprio a motivare il consiglio. Non crediamo che ciò sia al momento realizzabile attraverso le cosiddette “piattaforme aperte” presenti in Italia. I singoli prodotti di terzi presenti in molte di queste piattaforme hanno rebates differenti in capo al soggetto collocatore e i meccanismi di remunerazione delle reti distributive sono ancora largamente influenzati dai prodotti effettivamente consigliati.
 
BFC: In che modo una SIM come la vostra può crescere in un tale contesto?
Verna: Thesaurum SIM ha iniziato la propria attività commerciale negli scorsi mesi, essendosi dotata di un modello organizzativo che la pone ex-ante in grado di fare “consulenza”. Innanzitutto perché non colloca presso il cliente/investitore privato prodotti di terzi, secondariamente perché realizza al proprio interno due tipologie di servizi di investimento. Il primo, di amministrazione e di gestione patrimoniale, realizzato con gestioni individuali di portafoglio in titoli (gpm); il secondo, di consulenza patrimoniale, realizzato su prodotti di terzi non collocati da Thesaurum SIM. In questo modo è escluso, ex-ante, ogni sorta di conflitto d’interesse. Relativamente alla consulenza, non ci limitiamo a valutare e consigliare solo i prodotti di terzi che riteniamo in grado di realizzare gli obiettivi del cliente/investitore. In molti casi ci siamo confrontati con obiettivi di “strutturazione” del portafoglio stabilendo una soglia limite di perdita, di immunizzazione dal rischio di cambio e/o di mercato. Thesaurum SIM è anche negoziatore diretto sul segmento IDEM della Borsa Italiana, attività che permette di costruire, su semplici rapporti amministrati, “strutture” tipiche dell’offerta bancaria. 
 
BFC: Quali sono i vostri obiettivi?

Verna: Stiamo ricevendo molte manifestazioni di interesse soprattutto da clienti/investitori con patrimoni rilevanti e che, nel recente passato, hanno sperimentato sulla loro pelle le inefficienze e le “anomalie” italiane. Guardiamo con molto interesse al nascente albo dei consulenti indipendenti, non trascurando, però, che soggetti già abilitati e ampiamente conosciuti dal mercato, quali i promotori finanziari, possano e debbano avere ancora un ruolo di primo piano nell’orientare i risparmi delle famiglie. Se io fossi un promotore, a Thesaurum SIM dedicherei non poche attenzioni.  

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