Carry trades, la grande occasione

C’è anche da dire che il dollaro sembrerebbe aver corso troppo ed ora si troverebbe di fronte ad un periodo che possiamo considerare di stabilizzazione, che si è resa necessaria dopo un mese di Agosto che rimarrà nella storia dei cambi, questo è certo.

Non vogliamo ripetere quanto detto nelle ultime sedute, ovvero tutto ciò che sembra essere all’origine dell’alta volatilità vista ad Agosto, e quindi ci limitiamo ad analizzare tecnicamente i più importanti rapporti di cambio. I carry trades hanno sofferto una liquidazione di posizioni senza precedenti ed ora si trovano su punti importanti come nel caso di NzdJpy.

Il grafico evidenzia la prima area di resistenza significativa dopo un collasso che ha portato il prezzo ieri in area 68.50 (minimo precedente significativo sui grafici di lungo a 67.70) per poi correggere a 70.00 dove lo troviamo stamani.

Al di la del fatto che la ripresa sarà lenta e costellata da correzioni che faranno uscire i più timorosi, crediamo che da questi livelli stia diventando estremamente profittevole cominciare ad accumulare posizioni di carry, ovvero posizioni a favore di tasso per sfruttare il differenziale, che rimane, nonostante il taglio della Rbnz di 50 basis point, di ben 7 punti percentuali. In termini di pips questi sono circa 4,5 figure annue di differenziale che sembrano a nostro avviso estremamente interessanti visto che non più tardi di un anno fa i prezzi erano intorno ai 97 yen per un dollaro neozelandese.
Siamo in un’area dove accumulare piccole posizioni a nostro avviso e costruirle aumentando la leva leggermente e solo nel tempo, può essere interessante in quanto è possibile che la crisi dei mutui possa volgere nel giro di qualche mese al termine e la fiducia potrà tornare a far investire nei carry trades ad alto differenziale, così puniti in questa occasione.

La stessa cosa vale per GbpJpy anche se forse in questo caso si rischia di vedere anche livelli inferiori in area 180.00 così come AudYen, ma in generale la sensazione è che tra un paio di anni molti si pentiranno di non aver acquistato obbligazioni in valuta o direttamente valuta ad alto tasso ai prezzi attuali.
Si tratta ovviamente di investimenti che devono essere fatti a bassa leva, visto l’effetto devastante che un investimento del genere a favore di tasso avrebbe prodotto nel mese di agosto, con gli uragani che ci sono passati sulla testa, ma a nostro avviso appare come una occasione interessante.

Per quel che riguarda il breve periodo segnaliamo il fatto che è venerdì di una settimana intensa e impegnativa, molti traders potrebbero tirare i remi in barca e soprattutto si attendono i dati sui prezzi alla produzione Usa, vendite al dettaglio, indice di fiducia dell’Università del Michigan che potrebbero dare un’ultima scossa al mercato stesso nel primo pomeriggio, ma prima potremmo assistere ad un mercato tranquillo proprio per le ragioni sopraccitate.

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