Crollo della moneta unica!

Il problema è che ciò che accade non ha praticamente alcun riferimento alla storia recente, per cui ci troviamo di fronte a parametri che vanno al di fuori della statistica degli ultimi 50 anni e per il mercato dei cambi, ciò che avviene può avere delle similitudini con le svalutazioni del 1992, anche se siamo di fronte a fatti totalmente differenti e che riguardano l’intero pianeta e non uno stato solo con i suoi problemi economici e finanziari. Ma cerchiamo di fare il punto della situazione: Venerdì sera è passato il piano Usa anti crisi da 700 miliardi di dollari anche alla camera dei rappresentanti (263 voti a 171), e se ciò poteva far sperare ad un cambiamento di breve periodo, i fatti, almeno nel mercato dei cambi, hanno smentito tali previsioni.
Il dollaro ha continuato a macinare guadagni ma ciò che realmente sembra essere divenuta la vittima sacrificale di ogni movimento è l’Euro che è letteralmente crollato al di là di ogni ragionevole aspettativa.
Il tutto infatti nasce dal fatto che il sistema Europa non sembra avere le capacità di affrontare la crisi allo stesso modo degli Stati Uniti tanto è vero che nel week end a Parigi si sono incontrati i Governanti di Francia Germania, Regno Unito e Italia. Dall’incontro è emersa la volontà di intervenire a sostegno di quegli Istituti che sono vicini al fallimento ed è stata ribadita la volontà di rendere più flessibili i parametri di Maastricht.
Una sorta di scudo che però non ha convinto i mercati e gli investitori, in fuga dall’Euro e decisamente compratori di dollari.
A questo punto le Banche Centrali dovranno intervenire pesantemente sui tassi di interesse se vogliono ridare fiducia agli investitori e per questa ragione ci si aspetta riduzioni sostanziale dappertutto, negli Stati Uniti, in Europa e Gran Bretagna, mentre in Giappone, nonostante la crisi, i tassi non possono scendere, essendo già ai minimi storici o quasi. Ebbene, in questa situazione che succede al mercato valutario ? 
Il dollaro si rafforza insieme allo Yen e l’Euro crolla così come tutti i carry trades, arrivati a dei livelli che a noi fanno pensare all’eventualità che a breve si presenteranno delle occasioni storiche di medio e lungo termine.
EURUSD DAILY

Per il cambio più seguito ennesima apertura settimanale in gap (quest’anno è già capitato diverse volte) con un declino da 1.3800 di venerdì sera a 1.3670 di stanotte e accelerazione ribassista fino a 1.3600.


A questo punto non possiamo escludere nulla, neppure una discesa sulla regressione lineare, ovvero sul supporto dato dalla regressione stessa in area 1.3150 anche se sembrerebbe francamente inverosimile.
Ma il mercato, negli ultimi mesi ci ha abituato a movimenti incredibili, e questo dell’Euro, data la liquidità che di solito è presente, è eccezionale, con un calo, pensate, di ben 20 figure in due mesi, come non era mai accaduto, e tra l’altro un calo di euro e rafforzamento di dollaro nel momento in cui fallivano le banche americane! Ma ciò che è ancora più impressionante è l’andamento dei carry trades, tra cui vogliamo osservare NzdJpy, GbpJPy ed ora anche EurJpy. Quest’ultimo è sceso di 30 figure in due mesi da 170 a 140 mentre NzdJpy è sceso di 30 figure in un anno (98-66) e di 15 nelle ultime 11 settimane (81-66) contando che il differenziale di tasso resta pur sempre del 7% annuo. Infine GbpJpy che ha un differenziale del 4.50% annuo, con una discesa di ben 35 figure in due mesi da 216 a 180.70 minimo di questa mattina.

Il grafico settimanale evidenzia questo declino della valuta britannica e gli obiettivi di lungo termine sono quasi raggiunti in area 179.15 area di congestione in cui i prezzi avevano oscillato tra il 2001 e il 2004.
I minimi storici sono in realtà al di sotto di 150, livelli visti nel 2000 a 149.20, ma erano prezzi dovuti ad un Eurusd in area 0.8500. Si avvicinano comunque a nostro parere grandi occasioni di acquisto che tra qualche anno saranno rimpiante da molti quando i carry trades saranno inevitabilmente tornati appetibili. Non si devono dimenticare infatti i differenziali di tasso, anche se questi andranno a ridursi nel medio termine.

Per quel che riguarda il breve termine crediamo che l’Eurusd stia arrivando su livelli di eccesso da cui deve necessariamente rimbalzare anche se con i tempi che corrano non possiamo escludere degli eccessi ulteriori.
Anche per il UsdChf stesse considerazioni anche se notizia una rivalutazione del franco sull’Euro che lascia pensare a minori spazi di caduta del dollaro nei confronti della valuta elvetica. UsdJpy in declino strutturale proprio per le aspettative sul differenziale di tasso con possibilità di scendere presto in area 100.
Cable tra 1.7500 e 1.7750 mentre l’EurChf non accenna a riprendersi e scende impetuosamente con la possibilità di rivedere anche 1.5380. EurJpy che ha toccato 140, si aprono ulteriori scenari ribassisti nel medio e non si deve escludere neppure il test di 137.50.

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