Una “riunione” eccezionale

Si è cominciato venerdì, con il meeting del G7, dal quale è possibile estrapolare le seguenti linee guida:
1) Assicurare la liquidità alle banche in modo tale da permettere il funzionamento del mercato interbancario;
2) Non permettere il fallimento sistematico di importanti istituzioni finanziarie;
3) Assicurare che il settore bancario sia sufficientemente capitalizzato (tramite aumento della raccolta diretta dai privati o tramite l’iniezione diretta di liquidità, ove necessaria, dai diversi governi).

Occorre ricordare come principi appena esposti riprendano quelli alla base del “British bailout” approvato la settimana passata e come tali punti si basino sulle direttive raccomandate dall’IMF (International Monetary Fund). Si è proseguito a Parigi, dove sabato si è tenuta una riunione tra i quindici paesi che aderiscono alla zona euro. Il Presidente Sarkozy ha definito “eccezionale” il meeting di due ore e mezza nel quale si è sostanzialmente deliberato un accordo (che non mancherà di tramutarsi in legge nei vari Stati membri) al fine di mettere in atto un’iniziativa – immediata e comune – contro la crisi finanziaria e contro il rischio di un futuro contagio per l’economia reale.

L’Eurogruppo ha scelto di intervenire su tre fronti prioritari:
1) La ricapitalizzazione delle banche in difficoltà;
2) La garanzia pubblica a tutti i prestiti interbancari per sbloccare la liquidità;
3) La revisione delle norme contabili a livello europeo.

La misura più urgente tra quelle concordate riguarda le garanzie sui prestiti del mercato interbancario, dal momento che il sistema creditizio europeo sembra risultare afflitto non tanto dal rischio d’insolvenza, come nel caso delle cugine americane, ma da una preoccupante paralisi della liquidità. Lo schema di garanzie durerà fino alla fine del 2009 e coinvolgerà qualsiasi strumento di rifinanziamento sul mercato interbancario, anche sul medio lungo-termine per titoli di debito. Si cerca così di evitare il collasso delle linee di credito che potrebbe ripercuotersi in maniera irruente sulle imprese e dunque sull’economia reale.
Il credit crunch sta mettendo sotto pressione il mondo intero, che sta cercando di trovare, per poi adottare, una soluzione comune. Anche in Australia, le cui maggiori banche commerciali sono state relativamente affette dalla crisi e presentano un rating doppia A, è stato annunciato che i depositi di liquidità ed i depositi pronti contro termine a medio periodo effettuati tra le banche verranno garantiti dal governo per poter permettere il corretto funzionamento del mercato del credito.

EurUsd- grafico 240 min

In questo mercato di grandi incertezze continua la strada a ribasso dell’eurodollaro con il raggiungimento di minimi via via inferiori. Venerdì verso la fine della giornata abbiamo toccato quota 1.3260 andando a testare perfettamente un minimo visto a giugno 2007.
Come si evince da un grafico a 240 minuti la strada del cambio è, da circa un mese, confinata in un canale ribassista il cui livello superiore transita oggi a 1.3630: proprio questo è, confermato su chiusura candela, da considerare come livello di attenzione per apprezzare un eventuale ripresa della meta unica.
La medesima sorte tocca al cable, se non fosse che qui, i minimi ogni giorno calanti sono stati visti l’ultima volta nel lontano novembre 2003. Se il cambio non dovesse scendere oltre a 1.6780 (oggi potrebbe arrivare un lieve cambiamento di rotta) potremmo ipotizzare una ripresa inizialmente sino al primo obiettivo 1.7240.
Rimanendo in tema di sterline, ma contro euro, suggeriamo di sfruttare la zona media in cui si muove il cambio da parecchi mesi: questa transita fra 0.79 e 0.8030.
Sul cambio EurChf la ricerca di livelli passati ci riporta invece a fine 2004 per ritrovare un livello così basso: proprio in quell’anno un doppio minimo diede il via alla salita dell’euro e crediamo non sia un caso il test proprio di quel livello. 1.5070 è da considerare quindi ora come ultimo supporto all’indebolimento dell’euro, oltre il quale si aprirebbero ampi spazi.
 

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