Crac Islanda, 100.000 italiani coinvolti

Chi ha venduto le polizze

Carige Vita, Ergo Previdenza, Quadrifoglio Vita, Sasa Vita, Ubi Vita hanno tutte venduto prodotti legati in qualche modo all’economia islandese. Oggi tutte le case hanno smesso di prezzare il valore della quota sottostante per la mancanza di acquirenti sul mercato.

Si ripropone così lo schema tipico di quanto accaduto con Lehman, ovvero lo stop alla pubblicazione delle quote, l’attesa per capire le mosse delle compagnie nei confronti dei clienti sottoscrittori e l’evoluzione del quadro economico in Islanda.

Per esempio, Quadrifoglio Vita, si era scelta Islandinbank (ora Glitnir Banki F) come emittente dell’obbligazione, su cui poggia un’opzione di Credit Suisse First Boston International, utilizzata per migliorare la redditività dei prodotti mdcx linked di quattro polizze, tra cui “Memory Coupon”.

Differente la situazione per due polizze di Ubi Vita: i contratti sono stati strutturati nell’ottobre del 2007 da Aviva, che oggi detiene la maggioranza di Ubi Vita e sono stati distribuiti in larga parte presso gli sportelli Bpu.

Il prodotto sarebbe così stato distribuito a meno di 4mila sottoscrittori per un totale di alcune decine di milioni di euro. Quando vennero proposti, l’agenzia di rating Moody’s giudicava la banca islandese Kaupting Bank Aa3 (eccellente). La compagnia sta ancora svolgendo i controlli per definire l’ammontare del collocato e definire eventualmente una strategia con Aviva.

Per quanto riguarda il contratto venduto da Sasa Vita, questo è collegato al valore del titolo della banca islandese Glitnir ed è stato strutturato in una fase in cui l’Islanda era considerato tra i paesi pi virtuosi dal punto di visto finanziario. Inizialmente la polizza doveva scadere nell’aprile 2012 e portare a scadenza circa 20 milioni di euro. Come per gli altri casi, la compagnia controllata da Fondiaria Sai sta effettuando le sue valutazioni sulle mosse da prendere nel prossimo futuro.

Maggiori garanzie rispetto alle index targate Lehman Brothers

A differenza dal caso Lehman Brothers, gli investitori questa volta sembrano maggiormente tutelati grazie all’intervento del Fondo monetario internazionale e alle garanzie offerte dallo Stato islandese, che al momento dà speranze agli investitori. Ma le perdite rischiano in ogni caso di essere molto pesanti.

La banca centrale, Sedlabanki, oggi comunica di aver messo a punto una piattaforma di scambio temporanea che consenta le transazioni in valuta estera. Gli scambi denominati in corona islandese risultano infatti virtualmente congelati e i cittadini hanno lamentato la carenza di valuta estera che tende a esacerbare la già grave crisi economica. L’istituto centrale informa che terrà aste quotidiane per indicare il livello della divisa nazionale nei confronti delle principali controparti valutarie. Le transazioni sulla piattaforma temporanea si svolgeranno secondo l’intento della banca centrale di limitare la fuga dei capitali esteri.

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