Alla fine l’indice dei primi trenta titoli industriali guadagna il 4,62% e l’S&P500 il 4,1816%. Finisce in gloria anche il Nasdaq (+5,4%, coi semiconduttori a +3,28%), mentre le small cap del Russell 2.000 volano a +6,90%.
Dal canto loro i T-bond vedono il rendimento sul decennale calare al 3,94% (dal 4,01% di ieri) e quello sul trentennale scivolare al 4,23% (dal 4,25%), mentre l’oro crolla a 804,50 dollari per oncia (34,5 dollari meno della vigilia) e l’argento piomba a 9,64 dollari l’oncia (con altri 55 centesimi di perdita).
Il petrolio, debole fin dall’avvio, soffre i fantasmi della recessione data ormai da molti per imminente e crolla a 69,85 dollari al barile, in calo di 4,69 dollari rispetto alla vigilia. Prezzi simili per l’oro nero non si vedevano dall’agosto dello scorso anno.