Lunedì positivo sulle piazze finanziarie, gli acquisti sembrano non fermarsi, anche dopo i forti rialzi della scorsa settimana. Bene [a]Wall Street[/a] con il [a]Dow Jones[/a] che mette a segno un +4.76%. Leggermente inferiore la chiusura nel vecchio continente, con l’[a]S&P MIB[/a] che a Milano registra un +2.48%. Seduta di acquisti anche per il comparto finanza, con il BlueIndex, indice del risparmio gestito, che a fine contrattazioni segna un guadagno del +2.25%.
Cominciano a dare il proprio effetto gli aiuti dei governi, che in questi giorni stanno operando massicciamente sui mercati e sulle istituzioni finanziarie. A cominciare dall’Olanda, che dopo gli aiuti a [s]Fortis[/s] ed [s]ING[/s] , ha visto i due titoli guadagnare in una sola seduta rispettivamente il +17% ed il +29% . Segno che il mercato sta apprezzando le scelte dei vari governi locali di intervenire con i piani di aiuto a sostegno del sistema finanziario.
Interventi che continuano a susseguirsi. Dopo i Paesi Bassi nello scorso week end, adesso è intervenuta anche la Francia, che ha deciso di immettere 10 miliardi di euro nel capitale di alcune grandi banche. Secondo il governo francese, una tale scelta è stata fatta per permettere alle banche di poter finanziare correttamente l’economia. L’intervento dovrebbe riguardare: [s]Credit Agricole[/s] 3 miliardi di euro, [s]Bnp Paribas[/s] 2,55 miliardi, [s]Societe Generale[/s] 1,7, [s]Credit Mutuel[/s] 1.2, [s]Caisse Epargne[/s] 1,1 e [s]Banque Populaire[/s] 950 milioni.
Sembra però arrivato il momento anche dell’Italia; secondo le ultime notizie già due banche avrebbero richiesto l’intervento del governo, [s]Unicredit[/s] e [s]Intesa Sanpaolo[/s] . In aggiunta sembrava essere interessata al fondo di aiuti anche [s]MPS[/s] , che però ha smentito la notizia, precisando di avere “soltanto effettuato un test con importo limitato a 10 milioni di euro per verificare la funzionalità della nuova procedura prevista dalle misure anticrisi varate di recente da [a]Bankitalia[/a] e governo”.
Ma il governo italiano farebbe bene a controllare, non tanto lo stato patrimoniale delle nostre istituzioni finanziarie, bensì le possibili scalate di gruppi stranieri. Il sistema bancario e finanziario italiano, anche se all’apparenza in crisi, forse è il più stabile e sicuro al mondo. E la prova di tale supposizione si può riscontrare in quello che sta accadendo in questi giorni.
Per primi i libici, saliti al 4,23% di Unicredit, con l’intenzione di raggiungere presto il 5% del gruppo di piazzale Cordusio e con l’obiettivo di arrivare al 2% in [s]ENI[/s] , dove adesso possiedono il 0.7%.
Ma non sono gli unici, è notizia fresca che anche gli americani sono entrati nel capitale di [s]Azimut SGR[/s] , con una operazione che al 13 ottobre, ha portato [s]Goldman Sachs[/s] a detenere il 2,169% di azioni privilegiate della SGR guidata da [p]Pietro Giuliani[/p] . Sempre un’altra banca americana, [s]Morgan Stanley[/s] , è entrata nei giorni scorsi al 2.7% di [s]Pirelli Real Estate[/s] . Anche l’inglese [s]Barclays[/s] , con i suoi fondi ha deciso di fare acquisti in Italia, entrando al 2% dell’azionariato di Unicredit.
SOCIETA’ DICHIARANTE | SOCIETA’ PARTECIPATA | % ACQUISITA |
GOLDMAN SACHS ASSET MANAGEMENT INTERNATIONAL | AZIMUT HOLDING SPA | 2,169% |
NORGES BANK | ERG SPA | 2,055% |
CAPITAL RESEARCH AND MANAGEMENT COMPANY | FINMECCANICA SPA | 2,071% |
MORGAN STANLEY CORP | PIRELLI & C. REAL ESTATE SPA | 2,711% |
BARCLAYS GLOBAL INVESTORS UK HOLDINGS LTD | UNICREDIT SPA | 2,013% |