Borse, dopo “ottobre rosso”, torna l’ottimismo

Nella storia dei listini ottobre è da sempre coinciso come un mese difficile e critico. A partire dalla crisi del ’29, passando per quella dell’87 e arrivando fino ai gironi nostri.

Guardando ai dati dei più importanti listini mondiali e volendo stilare una classifiche, le prime tre peggiori performance sono state registrate dalla Borsa islandese con -80,8%, seguita dall’indice Micex di Mosca con -28,8% e dal Nikkei 225 con -23,8%. E proseguendo nell’elenco al quarto posto si è piazzato il Nasdaq con -18,6%, seguito dallo S&P 500 con un -17%, dagli italiani S&P MIB con -16,3% e Mibtel con -15,4&, dal tedesco Dax con -14,5%, dal francese CAC 40 con -13,5%, e dall’inglese FTSE 100 che con -10,7% in questa classifica capovolta è risultato come il “migliore listino” del mese.

C’è da dire, però che nell’ultima settimana di ottobre, tutte le Borse sopra citate hanno chiuso con importanti rialzi, e ora che è iniziato un nuovo mese molti operatori del settore affermano che i mercati attendono con ottimistico interesse le elezioni americane di domani e i possibili tagli dei tassi da parte della Banca Centrale Europea e della Bank of England per tornare a crescere.

Dietro, infatti, ai forti rimbalzi registrati dai listini negli ultimi giorni di ottobre, gli analisti più ottimisti ritengono che i prezzi azionari scontino già le prospettive economiche di recessione, segnale questo che potrebbe indicare che i mercati da novembre in poi potrebbero lasciarsi alle spalle la fase più acuta della crisi del credito. 

E già stamattina le borse asiatiche hanno chiuso sui livelli di venerdì, con un +4% per l’Hang Seng e +5% per l’Australia, mentre in Giappone è bank holiday.

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