L'Europa scopre l'uovo di Colombo. La recessione

E per chi ancora non lo sapesse siamo in recessione. Anzi, per dirla con le parole della Commissione europea, in recessione tecnica. E lo siamo già dall’inizio del secondo semestre del 2008. Dove la novità? Per chi ha una conoscenza (e una consapevolezza) seppur minima di economia la novità non c’è. La crisi, che amiamo definire ancora oggi esclusivamente finanziaria, toccherà (anzi ha già toccato) l’economia reale. Non se n’è ancora accorta la famosa casalinga di Voghera, ma questa constatazione è indiscutibile.

Oggi i numeri ufficiali lo confermano: l’Italia è entrata in una recessione tecnica che le farà chiudere l’anno con una crescita zero. Non solo, come anticipato da Mario Draghi venerdì 31 ottobre, la stagnazione durerà anche nel 2009, per rivedere il famigerato Pil crescere, secondo le stime della Commissione europea, dovremo aspettare il 2010 e accontentarci di un +0,6%. Tutta colpa della crisi? Non solo. Di certo quest’ultima ha favorito a incrementare un calo di fiducia tra i consumatori che potrebbe, neanche a dirlo, ridursi ulteriormente nel prossimo anno.

“L’orizzonte economico si è significativamente oscurato con la crisi finanziaria che ha colpito l’economia europea”, afferma il commissario europeo agli affari monetari Joaquin Almunia, presentando le previsioni di autunno della Commissione europea. Se state pensando che dalla Commissione europea arriva la scoperta dell’acqua calda, avete ragione. Almunia oggi ufficializza un dato di fatto, ma su dati che rischiano di essere già vecchi. E soprattutto, rischiano di essere tardive le risposte alla recessione se la politica aspetta l’allarme rosso statistico per intervenire.

E dietro al tanto amato linguaggio economico-statistico della Commissione europea si nasconde la realtà. Ovvero da oggi è ufficiale, e innegabile: l’Italia si trova in una situazione economica negativa caratterizzata dalla riduzione della produzione industriale, dal calo dei consumi, dalla diminuzione del reddito delle famiglie.

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