Già finita l’euforia?

Tutti i listini hanno subito di nuovo un notevole peggioramento con New York in calo su entrambi i listini di almeno il 5% ed un nuovo pesante tonfo del Nikkei, nella notte, del 6.5%. L’euforia delle borse ha quindi nuovamente lasciato il passo alla profondità della crisi in cui ancora ci si trova, a cui servono risposte immediate e a cui il nuovo presidente si troverà a far fronte: sono già state annunciate azioni straordinarie, come la creazione di un “gruppo ombra” che inizi già da questo fine settimana ad avvicinarsi al Tesoro così da essere immediatamente operativi dal momento stesso del suo insediamento che avverrà il 20 gennaio prossimo.

Qualche voce circolata nella notte ha fatto riferimento ad un ipotetico secondo pacchetto di riforme che dia uno stimolo all’economia, ma sembra presto per l’attuazione: bisogna considerare infatti che la crisi sta ancora mostrando i suoi effetti, con indici e dati (ad esempio l’Ism di inizio settimana al livello più basso di sempre e la rilevazione ADP degli impiegati nel settore privato risultata in calo di 157 mila unità) pesantemente negativi e non si potrà quindi prescindere da questo.

L’evolvere della situazione sul mercato dei cambi però non dipende esclusivamente da interventi o commenti provenienti dagli U.S.A: oggi infatti sono in programma le due riunioni della BCE e BoE dalle quali sono attesi due tagli almeno di 50 bp sui tassi di interesse e dalle quali ci si attendono commenti dal tono differente rispetto a quello mantenuto per gli incontri precedenti. Alcune stime per i prossimi sei mesi suggeriscono tassi per entrambe le Banche Centrali al 2%, al di sotto del minimo raggiunto a fine 2005 e mantenuto dalla Banca Centrale Europea per tre mesi.

Mai come oggi le parole del presidente Trichet saranno pesate, e in molti credono che non si potrà limitare a sostenere la stabilità dei prezzi come unico compito della nostra banca Centrale: il mercato immagina già commenti che indichino successivi tagli dei tassi per stimolare anche nel Vecchio Continente un’economia in rallentamento (l’ultimo rilevamento dell’indice PMI dei servizi, per fare un esempio, relativo al mese di ottobre è risultato al livello più basso da dieci anni a questa parte, bel al di sotto della consueta soglia di preoccupazione posta a 50).

Questo sarà sicuramente possibile sulla scia di un diffuso calo dei prezzi al consumo, gia registrato dai vari indici CPI delle nazioni dell’eurogruppo, a seguito di un drastico rallentamento del prezzo delle materie prime e di una naturale diminuzione della richiesta interna. Sia dall’euro che dalla sterlina sono attesi quindi in giornata dei decisi movimenti corrispondenti alle due decisioni, alle 13.00 (BoE) e alle 13.45 (BCE).

Da un punto di vista tecnico non ci troviamo più in una fase caratterizzata da movimenti indisciplinati e fuori controllo, ma sembra che il mercato abbia voglia di rispettare quelle logiche di analisi tecnica che ci hanno sempre supportato.

Ci piace far notare come EurUsd continui il suo momento di range trading, ed in particolare notiamo sul due ore la creazione di un triangolo che avrebbe come obiettivo, per la fine della settimana prossima, la rottura al rialzo o al ribasso in area 1.2840. Pertanto, confortati da un possibile incrocio ribassista delle medie mobili e da uno stocastico ancora su valori sufficientemente alti , a meno di notizie particolarmente importanti e significative che potrebbero far invertire nettamente il movimento, per EurUsd pensiamo ad un possibile ribasso a 1.2767, rotto il quale l’obiettivo sarebbe il pivot posto a 1.2620.

Anche il Cable (GbpUsd) ha frenato la sua corsa e si sta prendendo un momento per respirare, e dopo la discesa da 1.6199 ha trovato un buon supporto in area 1.5780, minimo del 5 novembre e livello da tenere sotto stretta osservazione.

Sulla scia delle borse negative, i carry trade stanno nuovamente perdendo terreno: tale correlazione ha ridato vigore allo Yen, che contro la moneta unica ha come obiettivo di giornata il minimo posto a 123,40; stesso discorso per GbpJpy dove la rottura di 153,70, aprirebbe la strada per una nuova disfatta della sterlina.

Infine EurChf ed UsdChf si mantengono stabili senza particolari movimenti, sul supporto a 1.4950 il primo ed intorno al pivot centrale a 1.1633 il secondo.

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