Gli hedge hanno un alleato alla Casa Bianca

Quello che c’è di buono (per gli hedge) è che il congressista dell’Illinois ha sempre mantenuto buoni rapporti con i fondi alternativi anche grazie ad una brillante carriera da banker che l’ha visto militare nell’investment banking Wasserstein Perella e sedere nel board di Freddi Mac.

Durante la campagna presidenziale, inoltre, Emanuel ha raccolto milioni di dollari di contributi per la campagna di Obama da fondi hedge, private equity e altre società di investimento. Ma l’impegno di Emanuel non si ferma qui: lo scorso anno per esempio ha preso parte al tentativo di mantenere i guadagni dei gestori hedge sotto la voce capital gain e non come reddito personale (opzione quest’ultima molto più gravosa per i grandi gestori hedge che si vedrebbero privare di grosse fette di commissioni che tutt’ora continuano a percepire).

In questa ottica Emanuel è arrivato a presentare un memorandum dove venivano illustrate diverse opzioni ‘alternative’ affinché i fondi preservino il proprio vantaggio fiscale. Cionostante, il politico ha anche sponsorizzato una legge che non dovrebbe più consentire ai gestori hedge di posporre le tasse sui guadagni accumulati nei conti esteri (offhsore) dove risiedono gran parte dei fondi hedge statunitensi.

Sembra così tramontare un falso mito: quello di Obama nuovo ‘mangiatore’ di fondi hedge.
 
Del resto il neo presidente ha raccolto 14 milioni di dollari dai fondi hedge mentre il suo diretto rivale McCain si è dovuto accontentare di qualche briciola. Sicuramente Obama dovrà intervenire nell’attuale legislazione che regola il mondo degli investimenti a Wall Street ma gli hedge sanno bene come e dove spendere i propri soldi, e ora che Emanuel è stato scelto come responsabile dello staff della della nuova amministrazione targata Obama, qualche gestore riuscirà a dormire sonni più tranquilli (mercati permettendo).

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