G20: poca concretezza

Il summit è stato un incontro in cui si è cominciato a delineare le impostazioni di base che dovrebbero essere seguite per permettere all’economia mondiale di ripartire. Uno il concetto principale: sostenere la crescita. Due le leve da utilizzare: stimolare la domanda interna ed evitare qualsiasi forma di protezionismo. Per conoscere i provvedimenti che concretamente verranno presi per raggiungere l’ambizioso obiettivo però, servirà ancora tempo. Si è deciso infatti di ripetere il meeting il prossimo aprile, il 30 per la precisione, circa un centinaio di giorni dopo l’insediamento del Presidente Obama che avverrà il prossimo 20 gennaio. E’ interessante notare come non ci siano stati chiari riferimenti al mercato forex.

Non ci sono infatti state discussioni circa il ruolo che hanno avuto i diversi regimi valutari nel distorcimento (scusate il termine ma è quello che meglio rende l’idea) del costo del capitale – soprattutto negli Usa – che si è verificato nei mercati più sviluppati e che ha accompagnato questa crisi globale. Altre notizie degne di nota riguardano il Giappone, dove il GDP relativo al terzo trimestre 2008 ha mostrato una contrazione dello 0,1%, confermando che l’economia risulta essere in depressione, in linea con quello che sta accadendo in America ed in Europa. Le borse asiatiche stanno seguendo la scia di quelle americane, che venerdì hanno ritracciato di circa quattro punti percentuali ma lo yen, nonostante tutto, continua a mantenere il suo status “forte” in quanto il processo di de-leveraging sui mercati continua.

In seguito al nulla di fatto del G20, nonché della recessione in atto nel paese del Sol Levante, osserviamo i riflessi sulle valute dal punto di vista tecnico. L’EurUsd ha aperto in Gap Down ieri sera, chiaramente “demoralizzato” dalle dichiarazioni poco efficaci del G20. Pertanto lo vediamo ancora in discesa, con un primo supporto a 1,2520. Se però il sentimento di mercato spingesse a rompere tale supporto, guardiamo ad 1,2430 e, forse, ad 1,2300.

Diamo un occhio anche ad una valuta pro-ciclica: l’EurJpy. La curiosità nasce dalla recessione tecnica in atto nel Giappone, oltre che dal fatto che l’EurJpy tende a coincidere con il ciclo economico e quindi possiamo usarlo come “proxy” per capire quale quadro angusto sta scontando il mercato.  Siamo infatti nelle prossimità di 120, un livello assolutamente oversold da un punto di vista ciclico.

Guardando però al breve termine, sembra esserci un minimo di pressione in rialzo verso 123, e se si rompesse 123 guardiamo a 124,75. Se invece i riacquisti di Yen superassero i riacquisti in Dollari, potremmo vedere una discesa prima verso 120,30 ed in seguito a 118,45.

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