Fondi comuni, la tassazione sarà uguale per tutti

Domani potrebbe essere il giorno per la nascita della tanto sospirata parità fiscale tra i fondi comuni italiani e quelli stranieri, perduta nel 2001 con l’abrogazione dell’equalizzatore e del complesso sistema di pesi e contrappesi che doveva regolare il risparmio gestito secondo la riforma del 1997.

Tra le modifiche normative previste nel decreto legge che sarà esaminato domani dal Consiglio dei ministri, sarà esaminata la proposta di tassare i fondi comuni italiani sul realizzato e non più sul maturato. In pratica dal 1° luglio, data di inizio della parità, i sottoscrittori di prodotti nazionali pagheranno imposte, pari al 12,5%, solo sul guadagno realizzato quando ritireranno i soldi dal fondo e non più sul maturato, ovvero sulla crescita di valore delle quote del fondo, come avviene oggi anche se non vengono ritirati i soldi.
 
L’idea è partita da Bankitalia Consob e Assogestioni
da alcuni mesi che sostenevano che in questa fase di crisi di liquidità la tassazione sul maturato anziché sul realizzato, creava nell’attivo dei fondi di investimento una parte cospicua che in realtà è virtuale perché non può essere né investita nè liquidata, creando così una forte distorsione finanziaria, che penalizza i fondi nostrani.

Unico problema è che se la proposta dovesse essere approvata si verrebbe a creare il problema della gestione dei crediti d’imposta finora accumulati dai fondi italiani.

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