Credit Suisse: volatilità in crescita, occhio a Unicredit

RISULTATO NON ANCORA SCONTATO DAL MERCATO – La vittoria del “no” era nell’aria, ma che il margine potesse essere così ampio non è ancora “prezzato” dai mercati secondo Credit Suisse che in una nota sottolinea come nel caso non si riuscisse a trovare una maggioranza per proseguire il cammino delle riforme e far giungere a scadenza naturale la legislatura il rischio di elezioni anticipata intorno alla metà 2017, una volta modificata la legge elettorale da un governo “a tempo” sarebbe la soluzione più probabile.

CREDIT SUISSE: PREOCCUPA POSSIBILE CRESCITA M5S – Sennonché questa ipotesi rischierebbe di portare ad una affermazione del partito populista ed anti-europeista Movimento 5 Stelle che creerebbe ulteriore incertezza e si rifletterebbe in una maggiore volatilità dei mercati e questa sarebbe una cattiva notizia per le banche italiane, che negli ultimi 3 mesi hanno già sottoperformato il settore europeo del 13%.

OCCHIO A UNICREDIT IN VISTA DELL’AUMENTO – Nonostante valutazioni a forte sconto rispetto ai loro competitor europei, un’ampia vittoria del no e le possibili conseguenze sopra tratteggiate secondo gli analisti non sono ancora scontate dal mercato. Da tenere d’occhio in particolare Unicredit, che il 13 dicembre potrebbe annunciare un aumento di capitale da 10-13 miliardi di euro massimi. Aumentare del 75%-100% la capitalizzazione di borsa è di per sé un compito difficile e l’incertezza politica attuale non aiuta, spiegano gli esperti di Credit Suisse, secondo cui una volatilità elevata continuerà finché l’incertezza non sarà ridotta.

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