Tassi e spread in risalita sui titoli di stato italiani

EFFETTO TRUMP FA MALE AI BTP – L’effetto-Trump si fa sentire anche sul mercato primario del debito, col Tesoro italiano che oggi ha collocato titoli a medio-lungo termine a tassi in risalita, risentendo dei timori che il programma economico del presidente eletto possa riaccendere l’inflazione e indurre la Federal Reserve ad accelerare il passo verso un ritorno a un livello “normale” dei tassi, con altri tre rialzi nel corso del 2017 dopo quello già atteso a dicembre.

RENDIMENTI IN ASTA SUI MASSIMI DALL’ESTATE 2015 – Così, secondo quanto comunica la Banca d’Italia, sono stati collocati tutti i 2,75 miliardi offerti del Btp 2019, con un rendimento lordo annuo dello 0,30% in aumento di uno 0,27% rispetto all’asta precedente, tutti i 2,25 miliardi offerti del Btp 2023, con un rendimento lordo dell’1,37% (con un incremento dello 0,54% rispetto a un mese fa), e 1,312 miliardi (su un massimo di 1,5 miliardi offerti) del Btp 2047, che ha pagato un tasso del 3,14%. Riaperto anche il Btp 2040, di cui sono stati assegnati 604,75 milioni (su massimi 750 milioni offerti), con un rendimento lordo del 3,05%.

AUMENTA ANCHE LO SPREAD CONTRO BUND – Se i risultati delle aste riportano i tassi sui massimi dall’estate dello scorso anno, le vendite proseguono anche sul mercato secondario, dove il Btp decennale guida oscilla attorno ai 2 punti percentuali dopo un massimo intraday a 2,02%, con uno spread contro Bund che sale all’1,685% dopo aver anche toccato l’1,711%. A pesare oltre ai rischi provenienti dagli Stati Uniti è anche l’attesa per il pronunciamento sul rating sovrano italiano da parte di Standard & Poor’s atteso a mercati chiusi. Attualmente l’agenzie di rating assegna al debito italiano un rating “BBB-“, il livello più basso dell’investment grade, con un outlook “stabile”.

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