Piazza Affari chiude in calo, tra le banche brilla solo Mps

PIAZZA AFFARI SOFFRE PER FED E REFERENDUM – La settimana si apre in rosso per Piazza Affari, che vede cedere sia il mercato azionario sia quello obbligazionario per i timori da un lato che la Federal Reserve possa accelerare i tempi per la “normalizzazione” della sua politica monetaria, dall’altro che una vittoria del “no” al referendum italiano del 4 dicembre possa indebolire a tal punto il governo Renzi da portare a elezioni anticipate la prossima primavera, creando un ennesimo pericoloso stallo politico che potrebbe ripercuotersi per almeno un trimestre sulla già fragile ripresa economica italiana.

LE BANCHE NON BRILLANO COME IN EUROPA – Così a fine giornata il Ftse Mib cede lo 0,75%, mentre il Ftse Italia All-Share perde lo 0,7% e il Ftse Italia Star chiude a -0,51%. Tra le blue chip italiane tornano a soffrire le banche, a differenza che in Europa (dove la prospettiva di tassi più elevati fa bene al settore), anche a causa delle montanti perdite sui portafogli obbligazionari, particolarmente esposti ai titoli di stato italiani, nel giorno in cui il rendimento del Btp decennale guida è volato al 2,11% dopo aver sfiorato anche il 2,25% in giornata, con lo spread contro Bund che chiude all’1,766% (dopo un picco di 1,877% intraday).

MPS SPERA IN NOVITA’ E VOLA A +11,4% – A fine giornata solo Mps (+11,43%) si mette in luce tra le banche, approfittando dell’attesa per l’esito del Cda che potrebbe confermare l’interesse da parte di Qia, il fondo sovrano del Qatar, a investire fino a 1,5 miliardi nell’istituto toscano. Bene anche Exor e Buzzi Unicem, che chiudono la giornata in salita di oltre 3 punti a testa, mentre ribassi tra il 3,75% e il 3,5% colpiscono ancora una volta aziende di pubblica utilità e petroliferi come Terna, Italgas (ormai calata a 3,21 euro per azione) e Saipem, mentre prese di profitto pesano su Atlantia e Fiat Chrysler Automobiles, in rosso attorno al 2,8% entrambe a fine seduta.

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