Mps sulle montagne russe, gli anchor investor si sono dileguati

MPS, GLI ANCHOR INVESTOR SI SONO DILEGUATI – Mps apre e viene subito sospesa a Piazza Affari, con un calo teorico che sfiora il 9%, prima di essere riammesso e vedere le perdite ridursi a meno del 2%. Non sono infatti bastati cinque mesi di incontri, presentazioni e trattative condotte prima da Fabrizio Viola, poi da Marco Morelli assieme agli advisor Jp Morgan e Mediobanca per concretizzare il ventilato interesse di potenziali “anchor investor” che alla fine hanno deciso di passare di mano. Una nota di Mps informa stamattina che le adesioni complessive dell’operazione di conversione di bond subordinati in azioni (riaperta ed estesa anche al titolo Fresh 2008) sono risultate pari a 2,451 miliardi, in particolare per 1,385 miliardi da parte di investitori istituzionali e per 1,065 miliardi da parte di investitori retail.

LME, RISULTATO POSITIVO (2,5 MILIARDI), MA NON BASTERA’ – Un risultato leggermente superiore alle previsioni e suscettibile di ulteriore revisione al rialzo visto che l’offerta per gli investitori istituzionali chiude oggi alle ore 14.00, ma dato che, come precisa la nota, “non si sono concretizzate manifestazioni d’interesse di anchor investor”, la ricapitalizzazione di mercato da 5 miliardi si chiude praticamente qui, visto che appare pressoché impossibile che il mercato retail riesca ad assorbire gli altri 2,5 miliardi necessari a condurre in porto l’operazione. Si apre dunque la strada all’atteso intervento pubblico che secondo la stampa italiana potrà avvenire in più fasi e non sarà immediato.

INTERVENTO PUBBLICO IN PIU’ FASI – Prima infatti l’istituto, constatata l’impossibilità di procedere con l’operazione di mercato, dovrà fare richiesta al governo (cosa che potrebbe avvenire già stasera o al più tardi domani), poi il Tesoro dovrà emettere un decreto ad hoc per offrire garanzie di stato sulla liquidità a fronte di un nuovo, ennesimo, piano industriale che dovrà anche essere approvato dalla Bce e dall’Antitrust Ue, infine scatterà il “burden sharing” previsto dalle norme sul bail-in. Questo significherà una conversione forzosa di bond (quasi certamente solo i titoli subordinati, anche se teoricamente potrebbero essere ricompresi titoli senior non garantiti) prima che il Tesoro possa intervenire aumentando la propria partecipazione (attualmente pari al 4%) nel capitale di Siena.

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