Crack Lehman Brothers: bruciati miliardi per la fretta del Ceo

Secondo l‘advisor, la richiesta lampo o (troppo in ritardo) dell’amministrazione controllata di Richard Fuld (nella foto), padre padrone di Lehman Brothers per oltre 14 anni, è stato l’ultimo errore di un Ceo ormai finito sulla graticola e responsabile di un buco da centinaia di miliardi di dollari.

A tanto infatti ammonterebbero le richieste dei creditori rispetto la banca Usa, una cifra enorme che – secondo lo studio dell’advisor – sarebbe potuta essere meno imponente se Fuld avesse programmato il Chapter 11 con più calma e attenzione. 

Difficile stimare la conta dei danni finale, ma il giornale finanziario di New York riporta che i creditori senza assicurazione (quelli esposti tramite strumenti derivati o altri prodotti sintetici) vanterebbero 200 miliardi di dollari nei confronti di LB.

CHAPTER 11 SENZA UN PIANO

Bryan Marsal, co-chief executive di Alvarez & Marsal, la società che si sta occupando della ristrutturazione di LB ha descritto la richiesta di fallimento del 15 settembre scorso come “una dissennata distruzione di valore” che ha sottratto ai creditori non assicurati della banca 200 miliardi di dollari.

Secondo Marsal, sono stati sprecati tra i 50 e i 75 miliardi di dollari soldi che sarebbero serviti per ripagare parte dei creditori del gruppo se Fuld e compagni non avessero imboccato la strada del fallimento senza un vero e proprio piano a di ristrutturazione.

Il gruppo Alvarez & Marsal sono entrati in gioco alle 22.30 del 14 settembre, poche ora prima che LB dichiarasse al mercato il più grande fallimento della storia moderna degli Stati Uniti. “La richiesta di fallimento è arrivata quando il board del gruppo non aveva nessun piano….se le regole base di qualsiasi gestione di crisi fossero state rispettate, molto di quanto è stato sprecato si sarebbe potuto evitare” ha detto Marsal alla tv Usa.

COME SI SONO PERSI 50-75 MILIARDI DI DOLLARI

Ma perché la richiesta di fallimento ha influito così tanto sulle perdite? Secondo Marsal nel momento in cui la banca dichiarò default sui contratti in essere con tutte le principali controparti, immediatamente 900.000 contratti derivati vennero immediatamente cancellati. Questi contratti includevano accordi dove la stessa Lehman era creditrice. Se contrariamente questa fase fosse stata gestita in maniera più oculata e in un lasso di tempo maggiore, almeno 50 miliardi di dollari sarebbero stati salvati.

Altri miliardi di dollari si sarebbero persi quando l’annuncio della bancarotta ha depresso ulteriormente gli asset di LB, avvenuto proprio quando il mercato del credito era già particolarmente abbattuto dalla notizia del crollo della banca. Questo ha portato le attività di trading e investment banking ad essere cedute per meno di 500 milioni di dollari quando i ricavi annui superavano i 4 miliardi di dollari.

I creditori senza assicurazione, ora possono sperare di raccogliere poco meno di 20 miliardi di dollari, o se si vuole, 10 centesimi per ogni dollaro investito nel gruppo. Pochi ma buoni.

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