Fondi comuni e risparmio gestito: prospettive di inizio anno

Come in tutte le analisi è utile partire da un dato di fatto: pare che dopo un periodo di assoluta crisi, il mercato del risparmio gestito europeo stia incominciando a frenare la propria rovinosa caduta. Segnali positivi si possono percepire pensando che nel mese di novembre del 2008 vi sono state 10 miliardi di euro di nuove sottoscrizioni, che hanno permesso di compensare, se pur in misura lieve, i riscatti dei mesi precedenti (tuttavia i deflussi da inizio anno ammontano ancora a oltre 300 miliardi di euro)

Tra i possibili fattori che hanno permesso questo lieve segnale di fiducia, vanno innanzi tutto citati
i fondi del mercato monetario, che hanno generato la maggior parte degli afflussi di fine anno; in particolare stato un fine anno tutto sommato positivo per i fondi di fondi, che hanno anche presentato interessanti nuove opportunità (si pensi ad esempio alla recente acquisizione di Blue Skye da parte di Idea Spa). Nonostante il calo dei prezzi dei combustibili, i titoli del settore energy e quelli delle oil and gas service continuano a suscitare la cauta fiducia degli analisti, che invece rimangono scettici sulle utilities a causa dei possibili cambiamenti legislativi in arrivo (legati ad esempio alla valorizzazione delle operazioni di finanza straordinaria delle imprese) e sui titoli del settore finanziario, con le banche mondiali che non sembrano più così solide come in passato. Secondo un analisi del gruppo Blackrock, in apertura d’anno si è registrata una performance tutto sommato positiva di classi di attivo mediamente rischiose, in particolare titoli azionari e crediti, seppur con andamento altalenante (alcuni dei listini che hanno perso attorno al 4%-5%). Probabilmente a incedere su questo risultato è stato i bassi rendimenti obbligazionari che hanno forse aiutato a frenare i deflussi dal mercato azionario, anche se non si prevede che i flussi in entrata saranno forti nel breve termine.

In Italia nel 2008 molti fondi sono stati costretti a liquidare posizioni per soddisfare l’ondata di riscatti. La recessione continuerà  probabilmente a far sentire i suoi effetti negativi sul listino azionario locale. Per il 2009 ci si aspetta che il mercato azionario italiano continui a registrare elevati livelli di volatilità, almeno per la prima parte dell’anno (in seguito per lo più a risultati di bilancio comunicati non esaltanti); tuttavia anche se il quadro di riferimento è negativo, ci sono alcuni fattori positivi da prendere in considerazione. In media, le famiglie italiane tendono ad avere un ammontare di risparmio superiore a quello dei nuclei familiari inglesi o statunitensi e forme di investimento meno rischiose, il che ovviamente può portare ad attenuare gli effetti negativi generati da talune classi di asset colpite dalla crisi (ad esempio il settore finanziario)

In conclusione, sembra che il mondo del risparmio gestito europeo possa iniziare il proprio cammino verso scenari meno negativi di quelli del 2008. Un innesto generalizzato di fiducia non può che agevolare la ripresa della raccolta, seppur in contesto pieno di volatilità, e che certamente non da garanzie di ripresa nel breve periodo.

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