Una inaugurazione presidenziale non è mai un notizia interessante per il mercato finanziario. Non esiste nessun effetto sorpresa, e difficilmente il Presidente fa annunci significativi di una qualche rilevanza durante lo speech della cerimonia.
Certo il primo giorno da presidente di Obama non è stato dei più felici (-4,2% l’indice DJIA) ma nulla è perduto.
L’amministrazione Obama prende in carico un paese che si trova in una fase storica difficilissima. Le dimensioni della bolla del credito, come non se ne vedavano dal 1930, è esplosa producendo deflazione del debito: niente a confronto di quanto accadde nell’aprile del 1933, quando il Presidente Roosvelt prese il controlo su Hoover.
Obama è entrato in carica a metà del collasso finanziario, ovvero come se l’amministrazione Hoover avesse finito il proprio mandato nel 1930 e Roosvelt avesse preso le redini del paese nel 1931, anno in cui il mercato segnava un calo di ‘soli ‘ 45 punti percentuali e non di oltre l’80% così come trovò la situazione nel 1933.
Dando per certo che il mercato stia già scontando la deflazione del debito, la domanda finale è riuscirà l’amministrazione Obama e fare qualcosa che Bush e colleghi non sono riusciti a mettere in pratica per evitare il collasso?
Ogni rimedio per combattere la deflazione del debito, così come tentato dal presidente della FED Ben Bernanke (un esperto del settore, avendo studiato a lungo al Grande Depressione e il caso Giappone), ha fallito di produrre qualsiasi risultato utile.
Dopo che tutto è già stato fatto e detto, l’unica lezione che si può apprendere dalla storia e dal passato è di non permettere mai alle bolle del credito di svilupparsi, perché una volta che questo accade sono destinate al collasso, e una volta che il collasso ha inizio tende ad andare avanti fino alla fine, in modo più o meno veloce, a seconda di chi si trova in carica in quel momento.