L’ultima seduta di gennaio porta “big news” sulle piazze finanziarie. Da Davos, dove si sta tenendo il [a]World Economic Forum[/a], il presidente della Banca Centrale Europea, Jean Claude Trichet, ha lanciato l’idea di creare un organismo europeo che controlli l’operato delle banche, e che abbia anche dei poteri straordinari.
Sembra essere arrivato invece l’accordo sul caso [s]Fortis[/s]. Nella nottata di giovedì il governo belga ha raggiunto un’intesa con la prima banca francese. Dagli accordi iniziali, fissati a ottobre, le cose però sono cambiate. [s]BNP[/s] si dovrà accontentare infatti solo del 10% dell’attività assicurativa del gruppo, per un controvalore di 550 milioni di euro, rispetto al 100% stipulato appunto al primo accordo. Adesso l’ultima parola spetterà agli azionisti, che si riuniranno in assemblea generale l’11 febbraio.
Ma dal belgio le “bad news” non mancano, il gruppo franco-belga [s]Dexia[/s] ha annunciato un taglio del personale, di circa 900 unità. Le aree interessate dall’operazione sarebbero: Australia, India, Scandinavia e Paesi dell’Est Europa. Un segnale questo che conferma anche l’attivo stato di salute di alcuni paesi, come appunto quelli dell’Est, ritenuti fino a ieri particolarmente attrattivi. Per Dexia un 2008 da dimenticare, con perdite stimate di 3 miliardi di euro e un piano di aiuti incrociato di alcuni governi eurpei.
Si fa sempre più interessante la situazione per l’italiana [s]UniCredit[/s]. Da Davos, l’amministratore delegato [p]Alessandro Profumo[/p], ha messo in luce alcune operazioni che potrebbero interessare a breve il gruppo di Piazzale Cordusio.
In primis la richiesta ad alcuni governi che operano con l’Est Europa, come Polonia e Austria, di un intervento statale. Questo per permettere ad alcune divisioni di UniCredit, operanti in questi territtori, di afforntare la situazione particolarmente critica che si stà creando.
Per quanto riguarda l’Italia, Profumo ha fatto sapere di “non escludere un possibile ricorso ad aiuti di stato anche in Italia”, aiuti che per altro rientrerebbero nel piano [p]Tremonti[/p]. Tuttavia il numero uno di UniCredit ha precisato che un possibile intervento statale sul fronte italiano non è implicito ad una situazione patrimoniale grave del gruppo, ma bensì và considerata come garanzia per il futuro. UniCredit ha infatti un Core Tier 1 al 6.7, e lo stesso Profumo ha spiegato che: “basta per tempi normali. Potremmo aver bisogno però di un cuscinetto sul capitale per eventi imprevedibili. Per questo serve attendere il momento giusto”. Intanto da Piazzale Cordusio rendono noti anche i risultati della ricapitalizzazione, una operazione che di fatto ha avuto una adesione praticamente nulla, solo dello 0.48%.
Per quanto riguarda invece la decisione sul Board di UniCredit, indiscrezioni di stampa indicano come imminente un incontro tra le fondazioni, maggiori azioniste del gruppo, le quali potrebbero stabilire i nomi del prossimo consiglio di amministrazione. Tra i nomi in uscita, si parla ancora di [p]Dieter Rampl[/p], attuale presidente del gruppo, che potrebbe essere sostituito da un nuovo manager, di nazionalità italiana.
Sul futuro dell’attuale a.d., Alessandro Profumo, non c’è ancora chiarezza, anche se lo stesso manager, da Davos, non ha escluso di ritirarsi dal mondo della finanza prima dei 60 anni. Calcolando che è nato nel 1957, e che oggi siamo nel 2009, 52 anni non sono ancora vicini ai 60, e forse è bene per Profumo, e per UniCredit, fargli fare un altro mandato.
Societa’ | Listino di Riferimento | Prezzo | Valuta | Var% |
Allianz | Deutsche borse (xetra) | 68,06 | EUR | -2,86% |
American Express | Nyse | 16,71 | USD | -6,38% |
Anima | Borsa Italiana | 1,44 | EUR | +0,77% |
Axa | Euronext | 13,2 | USD | -2,33% |
Azimut | Borsa Italiana | 3,79 | EUR | +1,47% |
Banca Generali | Bor sa Italiana |
2,73 | EUR | -3,19% |
Bank of NY Mellon | Nyse | 25,9 | USD | -7,69% |
Barclays | Lse | 5,64 | USD | -12,1% |
BlackRock | Nyse | 108,3 | USD | -9,34% |
BNP | BNP | 29,5 | EUR | -2,14% |
Citigroup Inc | Nyse | 3,90 | USD | -7,14% |
Credit Agricole | Euronext | 9,91 | EUR | -1,35% |
Credit Suisse Group | Swiss Market Exchange | 31,22 | CHF | -4,20% |
Deutsche Bank | Deutsche borse (xetra) | 20,55 | EUR | -7,84% |
Dexia | Euronext | 2,6 | EUR | -2,62% |
Fortis | Euronext | 1,55 | EUR | -2,57% |
FT Inv. | Nyse | 49,29 | USD | -9,39% |
Goldman Sachs | Nyse | 82,72 | USD | -5,67% |
Henderson | Lse | 62.0 | GBp | -7,46% |
HSBC Investments | Lse | 553 | GBp | -5,14% |
ING | Euronext | 6,40 | EUR | -6,18% |
IntesaSanpaolo | Borsa Italiana | 2,48 | EUR | -1,39% |
Invesco | Nyse | 11,53 | USD | -11,5% |
Janus Capital Group | Nyse | 5,50 | USD | -10,8% |
Jp Morgan | Nyse | 25,43 | USD | -8,06% |
Julius Baer | Swiss Market Exchange | 36,1 | CHF | -2,10% |
Legg Mason | Nyse | 16,75 | USD | -7,04% |
Man Group | Lse | 201,7 | GBp | -9,01% |
Mediobanca | Borsa Italiana | 7,06 | EUR | -1,19% |
Mediolanum | Borsa Italiana | 2,96 | EUR | -0,42% |
Morgan Stanley | Nyse | 21,38 | USD | -7,04% |
Montepaschi Siena | Borsa Italiana | 1,16 | EUR | -1,78% |
Natixis | Euronext | 1,16 | EUR | -1,26% |
Nordea bank | Omxnordicexchange | 44,2 | SEK | -6,35% |
Raiffeisen | Wiener Borse | 15,38 | EUR | -1,72% |
Schroders | Lse | 750 | GBp | -2,66% |
Skandia (Old Mutual) | Lse | 53,1 | GBp | -11,0% |
State Street | Nyse | 24,07 | USD | -6,59% |
Ubs | Swiss Market Exchange | 14,37 | CHF | -9,70% |
Unicredit | Borsa Italiana | 1,37 | EUR | -2,70% |