Euro, discesa costante!

Abbiamo già messo dietro le nostre spalle il mese di Gennaio e dobbiamo dire che se speravamo che questo mese ci fornisse indicazioni maggiori per il futuro, queste speranze sono andate principalmente deluse. La difficoltà nel capire dove siamo, ma ancor più dove andiamo, restano significative e abbiamo la sensazione di capirci veramente poco. Il senso di quanto stiamo dicendo è logicamente non la mancanza di conoscenza dei dati che ci permettono di dire a che punto siamo, e il livello di crisi che stiamo vivendo, ma principalmente si fa fatica a comprendere cosa stanno realmente facendo i banchieri centrali e i Governanti per combattere la recessione e la disoccupazione. Al di là di piani di salvataggio dove le Banche Centrali immettono liquidità per salvare il sistema (e qualcuno afferma che sia controproducente), o riduzioni dei tassi di interesse a livello globale per permettere alle aziende di ottenere liquidità a basso costo che però le Banche non danno perché ancora in difficoltà, non vediamo e non capiamo dove le amministrazioni stiano agendo, quali siano i piani concreti per cercare di limitare la disoccupazione incalzante, o per ridimensionare le difficoltà del mercato immobiliare. Nel mercato dei cambi queste difficoltà di comprensione si acuiscono in quanto le correlazioni classiche sono andate a farsi benedire e l’unico tema che si vive è valute rifugio in rialzo quando l’avversione al rischio aumenta e viceversa. E le valute rifugio Usd, Jpy e Chf, sono alle prese con movimenti decorrelati tra di loro, ampiamente lontani da quello che sarebbe anche una minima parvenza di logica. Le valute emergenti continuano a soffrire mentre tra quell legate alle materie prime ancora non si intravedono segnali di recupero di Nzd e di Aud. La sterlina, altra principale vittima del sistema, nonostante le dichiarazioni autolesioniste dei rappresentanti della Boe (che hanno voluto il crollo della valuta) sembra voler recuperare dai livelli di eccesso visti la settimana scorsa, soprattutto contro dollaro, mentre contro Euro, riprende quota e torna vicino alle resistenze chiave.

Il grafico giornaliero evidenzia la discesa prodotta dalla moneta unica l’ultima settimana contro il recupero deciso della valuta britannica. A questo punto non si deve escludere il test dei supporti chiave, posizionati tra i massimi e minimi precedenti che creano una fascia di congestione tra 0.8575 e 0.8713 , con quest’ultimo supporto che è rappresentato dalla media mobile a 100 giorni.
A questo punto il movimento dovrebbe proseguire a dare sostanzialmente respiro alla valuta britannica. L’eventuale violazione di questa fascia cambierebbe totalmente gli scenari di medio termine con la possibilità per quest’anno di vedere ulteriori recuperi della valuta inglese anche fino a  0.7775.
Dal canto suo l’Eurusd prosegue nel suo costante avvicinamento a 1.2500 prima e quindi 1.2330 che rappresentano i supporti cruciali. Le ragioni sono legate sia al fatto che il dollaro resta valuta rifugio e sia il fatto che il mercato sembra concentrarsi ora sui problemi del vecchio continente.

Nel breve periodo il UsdChf dovrebbe scendere verso 1.1560 che rappresenta il supporto chiave per lanciare un eventuale movimento rialzista fino anche a 1.1730. UsdJpy che dovrebbe salire verso 90.30 rimanendo sopra i supporti di 89.00. Cable il rialzo verso 1.4600 con supporti a 1.4340, mentre l’EurChf dovrebbe rimanere tra 1.4730 e 1.5000. EurJpy verso 113 da dove ci  aspettiamo rimbalzi. EurGbp che dopo il test dei supporti sopracitati dovrebbe rimbalzare. AudUsd che se tiene 0.6300 dovrebbe salire verso 0.6500 cosi come NzdUsd potrebbe tenere il supporto psicologico di 50 per riprendere quota, almeno parzialmente.

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