Mercati in cerca di conferme

Giornata piena di avvenimenti quella di ieri, già però scontati da mercato ed analisti. Cominciamo con i jobless claims, le nuove richieste di sussidi di disoccupazione, che impietosamente hanno fatto registrare il livello più alto mai toccato dal lontano 1982, raggiungendo le 626k richieste. Dato drammatico per il mercato del lavoro americano, che potrebbe essere aiutato nel dipingere il grigiore della situazione attuale dai non farm payrolls e dal tasso di disoccupazione, in pubblicazione nel primo pomeriggio, attesi rispettivamente a -500k unità ed a 7.5%.  L’imminente week end sarà molto importante per gli Stati Uniti in quanto il prossimo lunedì, il segretario del tesoro Geithner presenterà il bailout plan, una sorta di combinazione tra la “bad bank” che verrà creata per assorbire gli asset cattivi e aiuti governativi) relativo al settore bancario che avrà l’obiettivo primario di scongelare il mercato del credito. Dovrebbe seguire anche l’intervento di Obama a riguardo. Il mercato comincia a sembrare fiducioso, o meglio, è così disperato da sentire il bisogno di fidarsi di qualcosa, di captare delle linee guida che aiutino ad immaginare e a costruire uno scenario futuro che riesca a spingersi più in là della settimana. E questo piano di stimolo, che vede la Fed ed il Tesoro, ognuno con il suo mandato, lavorare speditamente per aiutare l’economia, potrebbe dare il la a questa possibilità. In Europa invece abbiamo assistito alle riunioni della BCE e della BoE: niente di fatto per la prima che mantiene il refi rate al 2%, taglio di 50bp per la seconda che porta i tassi all1%. Per quanto riguarda l’Istituto inglese, non vediamo novità importanti da riportare, anche perché i commenti rilasciati dai membri direttivi si concentravano sul recente passato, dando poche indicazioni circa le aspettative future di politica monetaria. Trichet invece durante la conferenza stampa che segue, come sempre, la comunicazione della decisione del board, ha affermato che l’economia dell’Area Euro è in fase di contrazione molto accentuata e che le esportazioni, come pure la domanda interna, risultano essere in fase di rallentamento. Il tasso di inflazione sta diminuendo sensibilmente (dal 1,6% di dicembre all’1,1% di gennaio) in linea con l’obiettivo della stabilità dei prezzi e che la discesa dei prezzi delle materie prime aiuterà i consumi.  Per quanto concerne la “politica di tassi al 0%, attuato da altre Banche Centrali, il numero uno della BCE ha espresso l’idea che una politica del genere non sembra essere appropriata per l’Eurozona, anche se la BCE è aperta a qualunque opzione. E la parte più difficile del compito già annunciato che aspetterà Trichet a Marzo, è la size del taglio.

Passiamo ora all’analisi tecnica. L’EurUsd nella giornata di ieri sembrava voler prendere una direzione precisa. Invece, dopo il nulla di fatto della BCE è salita la volatilità ed in qualche modo ha ripreso una lieve discesa verso il supporto a 1,2720 (una trendline ascendente solo lievemente inclinata). Stamani si è raggiunto un doppio bottom a 1,2760 che se rotta può aprire la strada a 1,2720 e 1,2700.  Siamo più propensi ad avere una view ribassista sull’EurUsd oggi, anche per via delle notevoli frizioni (si legga resistenze) che si trovano da  1,2800 in su.
Diamo un’occhio anche all’andamento dell’EurGbp dopo il taglio dello 0,50% di ieri. Stamani apriamo gli occhi e ci troviamo uno scenario simile a ieri: un range contenutissimo tra 0,8760 e 0,8735 che aspetta solo di essere violato. In effetti l’EurGbp  dopo il taglio della BOE è piombato (non senza qualche rimbalzo) e si è assestato sul 50% del movimento da 0,7694 a 0,9805. Il bias dunque rimane negativo per l’Euro contro la Sterlina, che se infrangesse 0,8735 potrebbe raggiungere prima 0,8666 (precedente resistenza divenuto supporto) ed in seguito  0,8575.  Comunque, dopo un ribasso violento come quello di ieri, non è escluso che potremmo vedere anche un doppio massimo a 0,8800 prima che la discesa si siprenda.

Infine analizziamo l’EurChf: la SNB ha decisamente messo un tetto all’apprezzamento del Franco, ed infatti pian piano il range tra 1,5170 e 1,4750 si sta restringendo con massimi leggermente superiori ma soprattutto con minimi crescenti. Oggi il range di trading da cui uscire è compreso tra 1,4960 e 1,5000 ma rimaniamo fiduciosi sul prosieguo del movimento rialzista.

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