Mifid 2 e gli elefanti sui tavoli di cristallo

Il prossimo Capodanno sarà molto particolare per i consulenti finanziari. Consumato il classico brindisi, manche­ranno solo 48 ore all’entrata in vigore della Mifid 2 la nuova direttiva europea. Non sarà facile da digerire come le ostriche e lo champagne, tanto che la sua entrata in vi­gore è già stata rinviata di un anno, proprio per la sua complessità e gli argomenti che affronta e, più che altro, regola. A comin­ciare dalla trasparenza dei costi, un tavolo di cristallo su cui dovranno camminare gli elefanti delle parcelle. Comunque ora ci sia­mo. Il 3 gennaio bandiera a scacchi e via, si comincia. Tra i consulenti ovviamente nes­suno si dice preoccupato.
Ci mancherebbe. In fondo si tratta di regole e un settore ben normato è sicuramente un settore efficiente. Ma gratta gratta, qual­che preoccupazione viene fuori. C’è sem­pre qualche consulente più coraggioso che riesce a dire la verità anche se il coraggio non gli basta fino in fondo per autorizzarci a scrivere anche il suo nome. “La Mifid 2”, dice, “non porterà a una crescita esponen­ziale dei consulenti fee only, siamo in Italia.
Piuttosto ci sarà da organizzarsi sui nuovi estratti conto. Ho visto dei fac simile e non consentono sotterfugi come, diciamocelo, viene fatto adesso. Il cliente che ha un mi­lione in gestione e ha avuto un rendimento del 3% è soddisfatto, ma non sa che alme­no 30mila euro se ne sono andati per i co­sti. Con la Mifid 2 ci sarà da combattere”, dice il nostro amico consulente loquace. “Quando, con lo stesso milione in gestione, gli dirò che ha guadagnato l’1% ma io e la mia struttura comunque 30 mila euro ce li siamo presi, non sarà molto contento”.
Il rischio, chiediamo ingenui, è allora che cambi consulente? “Macché”, risponde il nostro con pubblicitaria saggezza. “Ti ricordi quella vecchia reclame alla tv? Il consulente è come la Galbani, vuol dire fiducia. E se ti fidi, ti fidi…”.

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