Tornino i veri banchieri

Gli operatori di mercato appaiono ormai troppo abituati a farsi guidare dalle scelte monetarie delle Banche Centrali, divenute veri e propri trendsetter attraverso una costante e quasi quinquennale politica ultraespansiva della quantità della moneta e del livello pressoché azzerato (nella media) dei tassi. Quando le stesse Banche Centrali assumono tendenze meno determinate, prospettano inversioni o realizzano operazioni di mercato aperto diverse da quelle attese, gli operatori percepiscono l’assenza della guida che ha governato la prolungata fase di crisi di confidenza reciproca tra intermediari. Un obiettivo a medio termine delle Banche Centrali è realizzare il ritorno verso il mercato interbancario dopo dieci anni di sfiducia. È peraltro corretto testare a tappe le reazioni prima di esaurire il peso della presenza dominante nel mercato della liquidità.

Il nervosismo palese dimostrato in questa occasione (ma in misura minore anche nei mesi scorsi) rivela che non sussistono ancora condizioni per il ritorno alla situazione antecedente il 2007. Inoltre l’abbondanza dei titoli pubblici ovunque in circolazione testimonia un loro basso valore potenziale, finora nascosto tramite l’automatico effetto del Quantitative Easing con i suoi acquisti certi e continui.

La Banca centrale europea appare quindi molto operativa con interventi ampi, spessi e profondi (di fatto anche efficaci), ma il banchiere di mercato, per contro, si comporta senza autonomia strategica e dimostra di temere l’assenza di un’assistenza alla quale si è abituato nella gestione degli investi- menti finanziari.

Se consideriamo le parallele difficoltà nella gestione dei rischi nella erogazione del credito, emerge una valutazione preoccupata circa la diffusa presenza di intermediari “grossi”, ma non “grandi”, attesi alla prova nei prossimi mesi. Auguriamoci che tornino i veri banchieri!

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