La rete per gli esclusi

A meno di quattro anni dall’avvio, XY Planning Network, la rete di consulenti finanziari low-cost Usa, ha già affiliato 600 professionisti che si impegnano ad applicare ai clienti una parcella ricorrente che è indipendente dalle masse eventualmente affidate, e che in molti casi non supera il costo della bolletta della luce o del telefono.
Il network, fondato da due giovani, il guru del financial planning Michael Kitces e il suo collega Alan Moore, mira a fornire consulenza finanziaria olistica (quella che comprende assicurazioni, debito, previdenza) alle Generation X (i nati dai primi anni 60 ai primi anni 80) e Y (i Millennials, coloro che sono nati dagli anni 80 agli inizi del 2000). Si tratta di una fascia molto ampia di persone che vengono tradizionalmente trascurate dai consulenti finanziari, perché il loro patrimonio accumulato non è tale da giustificare le commissioni e le fee abitualmente richieste. L’affiliazione a XY Planning Network costa 409 dollari al mese per l’utilizzo del marchio, della piattaforma informatica, e per l’assistenza alla compliance. Così un bravo consulente low-cost negli Usa può legittimamente aspettarsi di arrivare ad avere 80 clienti che gli pagano 150 dollari al mese per ottenere un ricavo annuo lordo di 144mila dollari. Questo perché negli Usa la figura del consulente finanziario (sia esso pagato a commissioni o a parcella) è percepita come “necessaria”, quasi come quella dell’avvocato o del commercialista, e soprattutto eroga un servizio che le banche non offrono. Una rete come XY Planning Network è l’alternativa “umana” più concorrenziale al robo-investing, ossia alla consulenza digitalizzata per investitori privati (B2C). Che sta crescendo molto bene grazie a piattaforme come quelle di Schwab o di Vanguard, o come Betterment e Wealthfront.

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