La passione per il bello

Ha le costruzioni nel dna, trasmesse dalle famiglie del padre e della madre. Ma anche l’amore per l’arte. E per la vite: il ramo maschile della famiglia ha sempre nutrito la passione per il vino e possiede l’azienda Casale del Giglio, che ha contribuito decisamente al rilancio del vino laziale. Questa miscela ha permesso a Paola Santarelli di essere la più giovane donna cavaliere del lavoro italiana. E molto di più. Impegnata con successo nell’azienda di famiglia, e in un settore maschile e molte volte maschilista come l’edilizia, da prima della laurea, non dimentica la femminilità anche negli affari. Tanto da aver evitato a un nome storico dell’alta moda italiana, Capucci, di finire in mani straniere.
D: Cominciamo dal più recente impegno, nella moda…
R: Mia madre vestiva Capucci, io e mia sorella Santa ci siamo sposate in Capucci. Roberto Capucci è un amico di famiglia. Quando mi ha chiesto di affiancarlo nella gestione della sua attività, nata 65 anni fa, con una fondazione che custodisce 450 abiti di alta moda e 62mila disegni originali, non mi sono tirata indietro, anche per proteggere l’italianità dell’azienda.
D: Un impegno solo affettivo, quindi?
R: La Maison Capucci costituisce un esempio virtuoso di alto artigianato, da preservare e tenere in vita. Ma tutti abbiamo bisogno del bello. E per favorirne la diffusione abbiamo deciso di avviare il pret a porter, per far godere di questa autentica arte un pubblico più vasto, apportando nel contempo benefici alla creatività e alla manifattura italiana.
D: E la fondazione?
R: Guarda al bello, all’arte, che è la mia passione. Ed è destinata in particolare con la fondazione che porta il nome dei miei genitori, Dino ed Ernesta Santarelli.
D: Di cosa si occupa?
R: Della ricerca e divulgazione della storia dell’arte antica e di Roma, nonché di acquistare e gestire collezioni d’arte.
D: Attività che, mi sembra, abbiano poco a che spartire con l’edilizia…
R: La vena artistica mi discende dal ramo materno della famiglia, che vanta una tradizione consolidata nelle opere pubbliche in Italia e all’estero. Con il mio impegno, e la collaborazione dell’intera famiglia, la collezione è diventata una testimonianza ampia e rappresentativa della storia di Roma. Ma il nostro cammino non è certo giunto a conclusione. Il nostro scopo è di favorire la fruizione più ampia possibile.
D: Come?
R: Abbiamo concesso l’intera collezione di glittica in comodato gratuito ai Musei Capitolini, il museo pubblico più antico del mondo, con allestimento e apparato didattico inclusi. Sono oltre seicento opere che spaziano nell’arco di cinquemila anni e rappresentano uno spaccato di quest’arte minuta ma non minore.
D: E le statue?
R: Girano per il mondo, cercando di offrire all’estero un’immagine migliore di quella che, purtroppo, spesso facciamo emergere. Hanno il compito di contribuire a ripristinare il prestigio del nostro Paese. E mi pare che ci stiano riuscendo, con gli apprezzamenti ottenuti da Parigi a Basilea, da Singapore a Mendrisio, dove attualmente sono in esposizione 65 capolavori e lo rimarranno fino al 31 gennaio. E poi ancora con destinazione Madrid e, successivamente, con una puntata in Brasile.
D: La politica e la Pubblica amministrazione vi vengono incontro in questo impegno di diffusione del bello?
R: Ha fatto bene a chiamarlo impegno. Perché per noi questa è un’attività civica. Non abbiamo mai venduto un’opera d’arte né acquistiamo a fini speculativi. Eppure, la collaborazione è scarsa.
D: Qualche esempio?
R: Le lungaggini burocratiche che accompagnano, e talvolta ostacolano, l’invio all’estero delle opere da esporre. L’affastellamento di leggi e regolamenti in materia di beni culturali che risalgono anche al 1909.
D: Qualcosa si sta facendo, come l’art bonus…
R: Un’ottima idea. Ma andrebbe allargata alle fondazioni che investono nella cultura senza fini di lucro e allo scopo di permettere una fruizione quanto più ampia delle opere.
D: In prima linea nella diffusione del bello, in prima linea nelle molteplici attività aziendali: dove trova il tempo per interessarsi anche delle sue finanze?
R: L’amore per il bello è molto impegnativo anche sul fronte economico. Generalmente, la gestione delle mie finanze personali è realizzata in collaborazione con le stesse banche che seguono le nostre attività imprenditoriali. E’ una questione di trasparenza, i rapporti devono essere a 360 gradi.

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