Il rating lo fa la “folla”

E’ una fase di grande confusione quella attuale nel mondo del private banking. In uno scenario a tre anni è giustificato attendersi che lo sviluppo del Web comporterà un drastico ridimensionamento del ruolo delle reti fisiche di sportelli, comprese quelle private. Il progressivo inserimento sul mercato dei “nativi digitali” trasferirà gran parte delle attività retail e private sui canali tecnologici. E questo accadrà velocemente anche per il nostro sistema bancario, trasformando le filiali da luoghi di transazione a luoghi di relazione.

Stiamo entrando nell’era della consulenza 2.0 ed è necessario progettare il futuro cercando di capire che la stella polare dei processi commerciali private non potrà che essere un cliente sempre più diverso da quello su cui sono state progettate le nostre attuali strutture. Infatti:
I risparmiatori si informano sempre più sui social media. La novità più importante è che le notizie non sono apprese passivamente, ma commentate da tutti. In tal modo, gli investitori generano un “consensus” sulla notizia stessa. E’ l’inizio dell’era del crowdrating, il people rating.
Un’altra grande novità è che, come conseguenza della crescente richiesta di advisory, nascono i soggetti di consulenza finanziaria che sviluppano servizi prevalentemente online e utilizzano i social network per farsi conoscere.

La consulenza di derivazione bancaria si orienta progressivamente verso una value proposition che cerca una potenziale fonte di nuovi ricavi nella consulenza più evoluta costruendo il processo d advisory su competenze e relazioni di lungo periodo. In questo contesto, la sfida si giocherà sul tema delle competenze. Che non dovranno più essere solamente legate all’ambito finanziario, ma integrare elementi di ottimizzazione patrimoniale complessiva anche nel segmento affluent. Last but non least, la riprogettazione complessiva del modello distributivo bancario è l’innovazione che potrà imprimere un profondo cambiamento al settore.
In questo scenario di scarse certezze, l’unico punto fermo da sottolineare è quello per cui una value proposition commerciale governata solo da obiettivi di budget, e non di wealth risk management, rischia di esporre a rischi reputazionali pericolosi e importanti.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!