È l’ora del long/short

L’evoluzione dei mercati azionari negli ultimi mesi del 2015 potrebbe essere solo un assaggio per il 2016. In effetti, la fine della politica espansionista da parte della Fed – largamente annunciata, ma non ancora completamente digerito dai mercati -, crea le condizioni per una maggiore volatilità e minori aspettative su rendimenti azionari. Quindi una strategia di buy and hold o value per investire in azioni la parte del portafoglio più a rischio potrebbe rivelarsi deludente. Quindi, per generare performance, gli investitori dovranno guardare ai gestori più attivi che offrono soluzioni alternative, coprendosi o vendendo allo scoperto o, ancora, utilizzando strategie market neutral.

Liquidità e trasparenza
Crediamo quindi che gli investitori, per trovare performance, dovranno guardare ai gestori più attivi che offrono opportunità per difendersi da questa volatilità e dalle correzioni dei mercati, coprendosi o vendendo allo scoperto o utilizzando strategie market neutral.
I fondi long short equity più indicati in questo scenario sono quelli che si sono adattati creando veicoli più sicuri (Ucits, piattaforme bancarie e non) e trasparenti e che garantiscono anche una maggiore liquidità(settimanale o addirittura giornaliera), senza per questo ridurre sensibilmente le prospettive di guadagno.

Con la leva crescono i rischi

La combinazione all’interno di uno stesso portafoglio di diversi di questi fondi e gestori dovrebbe creare le premesse per assicurare ai portafogli azionari meno volatilità nei rendimenti e un risultato migliore in qualsiasi condizione di mercato.
Esistono vari tipi di strategie long/short equity: alcune sono basate su metodologie pair trading o market neutral e altre che più value(over/under) o con componenti short su indici per coprire portafogli azionari diversificati. La maggior parte dei fondi long/short equity utilizza la leva per ottenere migliori risultati, ma questo rappresenta – in funzione della strategia d’investimento – un rischio superiore per l’investitore.


I criteri di scelta

Nell’analizzare i diversi fondi parleremo quindi di gross exposure(posizioni long più posizioni short) e net exposure(posizioni long meno posizioni short), dato che l’effetto leva per alcuni di loro puo essere molto elevato su gross exposure e molto basso in net
exposure. Qualitativamente dovremo poi osservare, nell’analizzare la strategia, se c’è correlazione su long e short nel portafoglio del gestore, come per esempio nella strategia pair trading dove si scommette su due società dello stesso settore una long e altra short.
La selezione dei manager e dei loro prodotti diventa per l’investitore o il loro promotore finanziario essenziale per mantenere e accrescere il patrimonio con un livello di volatilità accettabile. Il consiglio è sempre di diversificare creando almeno tre o quattro posizioni diverse su manager che hanno strategie e aree d’investimento alternative.

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