Più professionalità sul mercato

Molta parte della nuova regolamentazione derivante dalla Mifid 2 pone l’accento sul concetto di complessità per giustificare gli interventi per la protezione degli interessi del cliente e soprattutto di quello al dettaglio. Il considerando 79 della direttiva afferma che, stante la complessità dei prodotti di investimento e la loro sempre maggiore innovatività, è importante assicurare che il personale addetto alla consulenza o alla vendita dei prodotti di investimento alla clientela al dettaglio possieda un adeguato livello di conoscenze e competenze sui prodotti offerti. Ciò si traduce nella richiesta rivolta agli intermediari affinché diano al proprio personale il tempo e le risorse sufficienti ad acquisire le conoscenze e competenze richieste, nonché ad utilizzarle nella prestazione dei servizi alla clientela.

Si innalzano i livelli di professionalità
Questi principi trovano esplicazione concreta nell’art. 9 della direttiva, ove, tra i requisiti per l’ottenimento dell’autorizzazione da parte di un intermediario, vi è la dimostrazione che l’organizzazione dell’impresa abbia le conoscenze e le competenze richieste per il personale per la prestazione dei servizi di investimento. In modo ancora più pregnante l’art. 25, primo comma, della Mifid 2 prevede che gli Stati membri prescrivano agli intermediari di garantire e dimostrare, su richiesta delle autorità di vigilanza, che le persone fisiche che fanno consulenza in materia di investimenti alla clientela o forniscano informazioni su prodotti e servizi siano in possesso delle conoscenze e competenze necessarie ad adempiere alle regole di condotta imposte dalla direttiva nei confronti del cliente. Viene poi rimesso agli Stati membri l’obbligo di pubblicare i criteri da utilizzare per valutare le conoscenze e le competenze richieste.

Costo oppure opportunità?
Sarà interessante vedere come saranno effettivamente declinati nei singoli Stati membri gli obblighi previsti al fine di capire se in concreto ciò inciderà solo sulla formazione interna o si arriverà a dotare il personale dedicato, e quindi i private banker, di un vero e proprio patentino interno che attesti il possesso delle conoscenze ed esperienze necessarie per lo svolgimento delle attività a cui viene preposto.
Sembra comunque da ritenere che gli investimenti richiesti possano rappresentare una vera e propria opportunità per l’industria del private banking. D’altra parte la crescente dignità ed autonomia del servizio passa necessariamente attraverso l’innalzamento della qualità dell’attività svolta e quest’ultima, allo stesso modo, non può prescindere dall’accrescimento del livello professionale delle persone che nella pratica operativa quotidiana siano chiamate ad erogare il servizio.
Si dovrà quindi incidere sui criteri di organizzazione della struttura organizzativa e la differenza è rappresentata dal fatto che, in futuro, i requisiti di esperienza e professionalità del personale specificamente addetto alla erogazione del servizio dovranno essere chiari, oggettivi e soprattutto agilmente verificabili.

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