L’enigma dei mercati cinesi

Il nuovo anno si è aperto all’insegna dell’incertezza per la presenza di numerosi fattori di tensione a livello geopolitico e perle elevate quotazioni raggiunti da molte asset class. Secondo Michel Perera, chief investmentstrategist Emea di J.P. MorganPrivate Bank, occorrerà monitorare con grande attenzione i Paesi in via di sviluppo.
“Abbiamo eliminato la nostra esposizione diretta ai mercati emergenti asiatici all’interno dei nostri portafogli discrezionali durante l’estate, attendendoci un deterioramento delle condizion ia seguito del peggioramento del mercato azionario cinese”, spiega Perera.
“Abbiamo dirottato le risorse verso i mercati sviluppati e liquidità, nell’ottica di reinvestire a pieno i profitti solo dopo evidenti segnali di cedimento delle turbolenze di mercato”. L’esperto non ritiene che l’economia globale sia sul punto dicadere in recessione e per questo la società resta sovrappesata sui mercati azionari nel medio periodo. “Ogni rallentamento economico in Cina deve essere attentamente monitorato, dato che un deterioramento sostanziale avrà inevitabilmente un impatto sulla crescita globale, economie e società europee comprese”, spiega Perera. Per il quale, comunque, isegnali attualmente suggerisconopiù una decelerazione, cheun crollo della crescita. “Le multinazionali europee sono ben attrezzate e sufficientemente diversificate per affrontare questa situazione, soprattutto inun momento in cui le economiena zionali si stanno lentamente riprendendo”, ricorda. “Però riteniamo sia importante rimanere selettivi, con una maggiore bias nei confronti dei settori dei beni di consumi a livello globale piuttosto che sui settori industriali, dovecrediamo che la domanda rimarrà pressoché immutata”.

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