Un investimento anticiclico

Si è da poco chiuso il 2015 ed è tempo di bilanci anche per il mondo dell’arte. I vari analisti che si occupano di mercato stanno completando proprio in questi giorni le statistiche relative alle vendite pubbliche (quindi le aste) ripetibili, quelle che hanno luogo ogni anno nelle grandi piazze di New York, Londra, Parigi, Hong Kong e anche Milano. Come tutte le statistiche, vanno prese con le pinze. Molte vendite infatti non sono ripetibili, magari sono semplicemente delle collezioni che vengono alienate una sola volta nella storia, e vanno quindi a influenzare non poco i calcoli globali. Senza contare il fatto che le private sales e le vendite in galleria non sono proprio tracciate (un piccolo aiuto ce lo dà il diritto di seguito).

Un 2015 di conferme

Tuttavia, si tratta pur sempre di un discreto barometro che permette di tirare delle righe a consuntivo. Quello che poi deve fare ogni buon collezionista è un’ulteriore analisi qualitativa, magari accanto ad un onesto art advisor o a un esperto di dipartimento di casa d’aste (o perché no, anche con il gallerista di fiducia, se disinteressato). Questo per capire come affrontare il 2016 nella maniera più profittevole e appassionata. Ricordiamoci sempre che l’acquisto in arte è sì un asset appetitoso per diversificare, ma d’altronde si tratta pur sempre di un bene che va avvicinato con passione ed interesse genuino, onde rischiare spiacevoli scottature. Venendo dunque ai dati (i fornitori disponibili sono moltissimi, noi adoperiamo in questa sede il report annuale redatto da Banca Monte dei Paschi di Siena), il 2015 conferma una sostanziale tenuta del mercato dell’arte. Si consolida il predominio assoluto della pittura a discapito delle altre tecniche espressive, come la scultura, il video, l’installazione o la fotografia, ma anche il design e l’arredo. E come di consueto il comparto più commerciato e desiderato dai collezionisti di tutto il mondo è ancora una volta il Post War & Contemporary. Battuta d’arresto per gli Old Masters che possono però, per i più attenti e colti collezionisti, rivelarsi validissimo segmento dove soddisfare gli appetiti più esigenti con davvero pochi sforzi economici (rispetto a quelli che si pagavano 20 anni fa, ad esempio).

Un investimenti anticiclico
Il Mps Art Market Value Index è costruito su un paniere di 10 società quotate su mercati finanziari diversi operanti nel comparto artistico e ponderato per le capitalizzazioni medie giornaliere. L’analisi analizza un arco temporale di dieci anni e cerca di comprendere l’andamento del mercato dell’arte nella convulsa dinamica che ha caratterizzato i mercati finanziari nell’arco temporale analizzato (2005/2015). Dall’analisi della serie storica compresa tra il 2005 e il 2015, il Mps Art Market Value Index totalizza un corposo +145%. Lo S&P 500, a confronto, mostra invece una crescita del +71%, che conferma la ripresa e forza del mercato statunitense. Il Ftse Mib segnala una crescita negativa del -34%, ancora sotto i livelli pre-crisi. L’elevata volatilità che caratterizza il mercato dell’arte incide negativamente sul rapporto rendimento/rischio rispetto al Ftse Mib e S&P 500, nonostante l’altissimo rendimento di settore. È da notare però che il rapporto rendimento rischio registra valori più elevati quando si prende in considerazione un intervallo di tempo più ampio, confermando l’evidenza empirica secondo la quale un investimento in arte sembra essere più appropriato per individui con un orizzonte temporale più ampio.
Per concludere e andare al sodo, si evince uno strapotere della pittura contemporanea, anche per quanto riguarda il contesto puramente italiano. Le locomotive Fontana, Burri, Manzoni, Castellani, nello specifico, hanno trainato una scia lunga di artisti minori del dopoguerra che oggi rappresentano ghiottissime opportunità d’investimento. Qualche nome? Vincenzo Agnetti, i Razionalisti, Gianfranco Baruchello, il Gruppo T, il Gruppo N. Tutti reduci da ottime performance anche sul suolo italiano.

Gli appuntamenti di settore
Le piazze per investire come è noto sono principalmente aste e fiere. Le vendite all’incanto sono ottime, così come Artefiera a Bologna, a Gennaio, o Artissima e FlashBack a Novembre a Torino. E ancora, il Brafa a Bruxelles sempre a inizio 2016, o ModenaAntiquaria sotto la guida di Pietro Cantore (senza dimenticare la raffinatissima Biennale dell’Antiquariato di Palazzo Corsini a Firenze, dove però l’alta qualità richiama innanzitutto i top clients). In alcune di queste occasioni potrebbe non essere troppo prudente un acquisto relativo a un giovane sotto i 40 anni, ma d’altronde le grandi collezioni sono sempre iniziate in questo modo: con la passione.

Camilla Prini

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