Soffre, ma mostra anche una grande capacità di tenuta, la piazza finanziaria ticinese, che nell’ultimo anno si è trovata a fare i conti con due problemi non trascurabili: la fine del cambio fisso tra franco svizzero ed euro, che ha comportato la rivalutazione della moneta elvetica; la voluntary disclosure del governo italiano indirizzata al rimpatrio di ricchezze esportate illegalmente all’estero.
I dati diffusi dall’Associazione Bancaria del Ticino, dicono che le banche in attività nel Cantone a fine 2015 erano 49, una in meno rispetto a inizio anno, mentre l’impatto occupazionale nel settore bancario è stato negativo per 41 unità. Risultati che evidenziano la grande capacità di tenuta nonostante le criticità del momento.
Luigi dell’Olio