Geometria variabile

Le professioni del private banking sono investite dalle trasformazioni in atto nel settore. A tendere, alcuni si troveranno meglio in strutture che ragionano su logiche di lavoro dipendente, mentre altri svilupperanno la propria vocazione imprenditoriale. Sull’evoluzione di queste figure incideranno sia fattori esogeni (Mifid 2, ad esempio), sia fattori endogeni, cioè legati alla struttura organizzativa della banca o alla motivazione delle persone.

Il potenziale di crescita
In ogni caso, il private banking deve ancora svolgere un ruolo centrale nella gestione della ricchezza in termini di passaggio generazionale perché, come ci dice Bankitalia, è per l’84% ancora di prima generazione e, nei prossimi cinque anni, almeno il 70% passerà di mano.
I sommovimenti tellurici generati dai lunghi anni di crisi, dalle evoluzioni del mercato, dalle nuove regole europee non portano solo complessità per il private banking e i suoi professionisti. Le novità che si stanno dispiegando nel nostro panorama bancario e finanziario apriranno nuovi, importanti processi di sviluppo. Due gli orizzonti di riferimento. Il primo riguarda la clientela private, che sarà costretta a riflettere sempre più in termini (finalmente) di vera asset allocation. Sempre meno liquidità e sempre più diversificata, sempre meno strumenti d’investimento d’origine bancaria, sempre più ricerca di rendimento in termini di orizzonte temporale e ottimizzazione patrimoniale complessiva. Ecco perché ci vogliono professionalità “a geometria variabile” e non più le vecchie figure iperspecializzate solo nei mercati finanziari o solo nella gestione commerciale della relazione.

La frontiera degli istituzionali
Il secondo orizzonte riguarda quello che in forma sintetica possiamo chiamare “private banking per istituzionali”. Un settore in cui già qualcuno si è mosso anticipando i tempi ma in cui la quasi totalità dei volumi sono ancora gestiti in maniera “non private”: time deposit, tassi importanti quasi sempre in perdita, nessuna asset allocation. Sono proprio i soggetti detentori di grandi volumi istituzionali la nuova frontiera del private banking fatto di consulenza evoluta e di wealth rik management.
Anche perché, se è difficile diversificare e far rendere “qualcosa” la liquidità per un normale cliente private, pensiamo a quanto sia più complesso per un grande gestore di liquidità istituzionali.

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