Addio a Piermario Motta, ha reso grande Banca Generali

Nei giorni scorsi è venuto a mancare Piermario Motta, amministratore delegato di Banca Generali.
Il manager, nato a Monza nel 1957, era nella società del Leone dal 2005, entrato all’epoca con la carica di direttore generale, dopo una lunga esperienza maturata in Banca Fideuram, nel Banco Popolare e nello stesso gruppo Generali.
Sotto la sua guida, la banca è passata da 1 a 3 miliardi di capitalizzazione, con utili quasi triplicati da 78 ad oltre 203 milioni, e masse passate da 23 ad oltre 41 miliardi. Il lavoro condotto sulla rete ha portato ad attirare profili di grande esperienza, favorendo l’inserimento di competenze di alto livello che hanno portato la banca a divenire un punto di riferimento nei pressi dei vertici Assoreti per portafoglio medio (salito da 7 milioni nel 2005 a 24 milioni nel 2016) e produttività pro-capite.
La visione orientata interamente al valore dei consulenti ha attirato anche professionalità manageriali di grande standing nel comparto, a partire dal direttore generale Gian Maria Mossa che da tre anni a questa parte ha preso in mano le redini operative delle reti e dei prodotti, favorendo la continuità dei progetti per il futuro e un salto in avanti con un posizionamento da prima e vera banca private per qualità del servizio e innovazione.
In una nota, Banca Generali ricorda che grazie a Motta la società “è divenuta in pochi anni un punto di riferimento nel mondo della pianificazione patrimoniale e consulenza finanziaria in Italia”.
I funerali di Piermario Motta saranno celebrati questo pomeriggio a Milano. Le deleghe dello scomparso ad sono temporaneamente affidate al presidente Paolo Vagnone “fino all’assunzione delle successive delibere da parte del consiglio di amministrazione”. L’operatitivà, aggiunge la nota, “prosegue nei pieni poteri conferiti al direttore generale GianMaria Mossa“.

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