La consulenza digitale è (anche) per ricchi?

Così come i consulenti hanno fretta a migliorare la loro offerta digitale alla clientela, le imprese con un target di clienti di fascia alta stanno indugiando troppo. Secondo una ricerca condotta da una società svizzera MyPrivateBanking che ha esaminato le attività di circa 12 gestori patrimoniali a livello globale (come BNY Mellon Wealth Management, Citi Private Bank, Goldman Sachs Private Wealth Management, HSBC Private Bank e Ubs Family Office), emerge una certa riluttanza ad abbracciare nuovi strumenti digitali per comunicare con i clienti, basata spesso su vecchi stereotipi secondo i quali ci sarebbe un certo scetticismo da parte dei ricchi nei confronti della tecnologia.

“È un mito che la fascia UHNW non usino la tecnologia”, ha sottolineato Emma Haffenden, senior analyst di MyPrivateBanking. “In realtà questi individui sono gli utenti e investitori tecnologici più prolifici (anche sui social media)”. Dallo studio emerge, inoltre, che ci sono lacune comunicative e informative a livello digitale in materia di investimenti da parte delle società di gestione. Secondo MyPrivateBanking, nessuna delle imprese ha strumenti di comunicazione online dedicata al private o un canale di social media. Una lacuna che però i clienti UHNW richiedono.

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