Panama Papers, è la fine dei paradisi fiscali?

Cosa ne sarà delle gestioni patrimoniali offshore dopo lo scandalo Panama Papers? E’ questa la domanda più ricorrente tra gli addetti ai lavori alla luce dell’eco provocata dalla
decrittazione di milioni di documenti che hanno origine in uno studio legale internazionale specializzato in paradisi fiscali e che gettano l’ombra del sospetto su fortune riconducibili a diversi super-ricchi della Terra.
Di sicuro, queste rivelazioni assestano un duro colpo al principio dell’anonimato, una delle richieste più pressanti che arrivano dai detentori di grandi patrimoni che ne affidano la gestione a specialisti de mondo finanziario e legale.
Se tuttavia si guarda all’ultima Global Wealth Managers Survey, emerge chiaramente che la principale spinta all’investimento offshore è legato alla tassazione più conveniente e alla maggiore disponibilità di strumenti d’investimento. Dunque, se l’appannamento dei paradisi fiscali è inevitabile, appare difficile immaginare che spariranno del tutto.
Per quel che riguarda l’Italia, intanto, l’Agenzia delle Entrate fa sapere che sta attivando i contatti internazionali per ottenere la documentazione relativa ai contribuenti italiani coinvolti, per poi attivare con rapidità le relative indagini.

Luigi dell’Olio

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