Banchieri d’oro

Nomen omen. In arabo la parola “safra” sta a indicare l’oro ed è proprio il commercio del metallo giallo all’origine delle ricchezze accumulate dalla famiglia Safra, stirpe ebraico-salafita (il cui dialetto ha molte influenze arabe) che ha saputo costruire una fortuna in campo finanziario e oggi guida Safra Sarasin, una delle private bank più dinamiche del momento.

Gestione prudente
A marzo l’istituto nato dall’integrazione tra Safra e Sarasin (quest’ultima in pancia a Rabobank fino al 2012) ha annunciato di aver firmato un accordo per l’acquisizione di Credit Suisse Monaco e Gibilterra, confermando così di voler diventare tra i principali gruppi europei nel private banking. In entrambe le piazze, l’istituto di Basilea era già presente da tempo, per cui ora punterà a integrare strutture vecchie e nuove. Inoltre, solo pochi mesi prima aveva raggiunto un’intesa per rilevate Bank Leumi Luxembourg, filiale nel Granducato dell’omonimo istituto israeliano. Del resto, le risorse non mancano, con i risultati di bilancio 2015 che hanno confermato la traiettoria di crescita: l’utile netto è salito del 12% rispetto all’anno precedente, raggiungendo quota 230,5 milioni di franchi svizzeri, mentre gli attivi in gestione si sono conservati a quota 144 miliardi, nonostante le turbolenze che hanno investito la valuta elvetica. Al 31 dicembre, i fondi propri del gruppo si attestavano a 4,1 miliardi di franchi, in aumento rispetto ai 3,8 miliardi di dodici mesi prima, con un Tier 1 ratio al 27%, più del doppio del minimo richiesto dalla regolamentazione di settore, con un cost/income al 59,2%, tra i più bassi nel mercato europeo del private banking. Del resto, per un istituto che ha scelto il claim “Sustainable Swiss Private Banking since 1841”, non vi sono spazi per colpi di testa e strategie ad alto rischio.
La banca è presente con 25 uffici in Europa, Asia, Medio Oriente e America Latina.

Il re dei banchieri
La guida operativa del banca private è affidata a Edmond Michaan (nel gruppo dal 1997), mentre il controllo azionario resta ben stretto nelle mani dei Safra, a cominciare da Joseph Safra (classe 1939), presidente di tutte le società si famiglia, tra cui anche la Safra National Bank di New York e il Banco Safra con sede a San Paolo (Brasile). Forbes lo ha incoronato il banchiere più ricco al mondo, con un patrimonio personale di 18,5 miliardi di dollari, benché non sia particolarmente conosciuto al grande pubblico. Conseguenza di una riservatezza che ha caratterizzato tutta la sua vita, così come l’istituto di credito che guida. Nato ad Aleppo (in Siria) e cresciuto a Beirut (Libano), è il discendente di una famiglia divenuta ricca già durante l’impero ottomano con il commercio dell’oro in tutto il Medio Oriente, e in seguito sbarcata nel settore bancario. Joseph Safra ha creato il Banco Safra nel 1955 e da allora lo ha condotto lungo un percorso di crescita costante, ampliando il business dalla sola gestione dei capitali per ricche famiglie benestanti alla fornitura di servizi per la clientela istituzionale.

Il dramma familiare
Suo fratello Edmond, appreso di non essere l’erede designato a sviluppare il business familiare, nel 1955 decide di lasciare il Brasile per trasferirsi a New York, dove si dedica ad attività finanziarie di successo. Nel 1977, con la moglie Lily decide però di cambiare vita, creando la J.Safra Foundation Edmond che si dedica ad attività caritatevoli, sostendo progetti educativi, medici, scientifici, culturali e umanitari in quasi 50 nazioni, compresa la costruzione di sinagoghe e del campus della scienza della Hebrew University a Gerusalemme. Attività che fanno di Edmond Safra uno dei filantropi più noti tra gli anni Ottanta e Novanta, periodo che trascorre tra le sue abitazioni di Ginevra e di New York, nonché la mitica Villa Leopolda in Costa Azzurra, situata sul promontorio di Cap Ferrat, con una vista imprendibile sul golfo e sulle acque cristalline della Costa Azzurra. Un complesso che in epoca più recente è stata di proprietà degli Agnelli prima e del magnate russo Roman Abramovich poi. Secondo un rapporto di Christie’s Interntional, è la proposta immobiliare più costosa al mondo, con un valore stimato in circa 350 milioni di euro.
Nel 1999 Edmond Safra muore tragicamente, asfissiato nel suo appartamento di Montecarllo da un incendio appiccato da uno dei suoi infermieri, l’americano Ted Mahler, intenzionato a simulare un salvataggio eroico del suo paziente. Un evento tragico che ha scosso la famiglia di banchieri e tutti quanti avevano conosciuto Edmond. In Italia la fondazione ha finanziato nel 2010 il Memoriale della Shoah a Milano, intitolando la piazza antistante a suo nome.

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