Credit Suisse, meno gioie dall’Italia

Secco calo della cedola che Credit Suisse Italy, la branch italiana del colosso bancario elvetico, distribuisce alla controllante. Nei giorni scorsi, infatti, l’assemblea della banca presieduta da Stefano Preda e guidata da Stefano Vecchi (nella foto) ha deciso di erogare alla capogruppo un dividendo di soli 6,3 milioni di euro rispetto ai circa 35 milioni distribuiti lo scorso anno. Questo si spiega con l’utile netto che dai 43,7 milioni del 2014 è arretrato a 7,5 milioni nel 2015: il profitto di due anni fa era stato influenzato dai proventi di 45,1 milioni al lordo d’imposte derivanti dalla cessione a Banca Generali del ramo d’azienda afferente l’attività di private banking e servizi di gestione del patrimonio con masse trasferite, rappresentative di circa 4mila 700 clienti, pari a circa 2,1 miliardi.

Detto ciò lo scorso anno Credit Suisse Italy, pur confermandosi terzo operatore straniero nel mercato italiano del private banking per dimensioni di asset under management con una quota del 3%, pari a masse in gestione totali di 4,2 miliardi, ha registrato anno su anno un calo delle commissioni nette da 83,4 a 74,7 milioni e del margine d’intermediazione da 101 a 92,6 milioni. In termini relativi la redditività della banca è diminuita da 509 a 46 basis ponts. Nel gestito la banca, con riferimento alla clientela istituzionale, ha visto incrementare gli asset in gestione dell’8%, raggiungendo i 7,7 miliardi. La divisione private banking, che lo scorso anno ha suddiviso la rete commerciale in tre segmenti (uhnwi, top hnwi e imprenditori), ha sviluppato un’architettura aperta per la distribuzione di polizze assicurative. Credit Suisse Italy, che quest’anno ha esternalizzato alcune attività, punta a consolidare il private banking attraverso l’implementazione del nuovo modello di servizio Cs Invest, adottato anche a livello di gruppo.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!