Torniamo a scuola

I dati delle classifiche internazionali sul tema dell’educazione finanziaria sono una bocciatura senza appello per l’Italia: secondo il World Competitiveness Index dell’Imd (International Institute for Management Development) l’Italia è al 44esimo posto e all’ultimo tra i paesi del G8 per diffusione di educazione finanziaria.

Aspettative da sogno
Secondo un’altra ricerca fatta da Schroders Global Investment Survey nel 2015, il 91% degli investitori italiani ha un obiettivo di rendimento annuo del 12%, con un’allocazione del portafoglio, in media, molto poco coerente con un target così “ambizioso”:
• 21% azioni
• 34% obbligazioni
• 45% liquidità
Con il rendimento dell’investimento privo di rischio in territorio negativo, e con circa il 30% delle obbligazioni mondiali in circolazione che danno rendimenti negativi, per ottenere rendimenti soddisfacenti occorre un’allocazione del portafoglio diversa dal passato.

Rischi elevati
Citando Warren Buffett: “Il rischio nasce dal non sapere cosa stai facendo”.
Eppure secondo una recente ricerca internazionale condotta tra i clienti Private, il 95% dei clienti ritiene di non aver bisogno di educazione finanziaria, e il restante 5% che invece sente il bisogno di maggiore informazione è composto da quei clienti che in realtà possiedono già un’ottima base di conoscenze finanziarie. Questo perché si tratta di una materia complessa e molti, non dominando il tema, preferiscono evitare.

Donne più attente
Sempre secondo alcune ricerche internazionali, la clientela femminile sembra essere più sensibile al tema dell’educazione finanziaria. Le donne infatti tendono a essere molto più attente nella scelta degli investimenti, nel senso che vogliono comprendere molto più a fondo i rischi connessi ai propri investimenti, hanno in genere un orizzonte temporale di più lungo periodo e un’ottica di investimento di cui possa beneficiare tutta la famiglia. Per questo sentono maggiormente il bisogno di educazione finanziaria per sé, ma anche e soprattutto per i propri figli.
Per concludere, penso che in uno scenario di mercato incerto, e con una tipologia di clientela Bond-orphan abituata ad un rendimento cedolare, sia fondamentale intervenire a livello di educazione finanziaria, proprio per far comprendere quali dovranno essere le aspettative future in termini di rendimenti attesi, di allocazione del portafoglio, di tipologia di rischio e di liquidità degli investimenti.

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