Tra azione e programmazione

Il fatto che la maggioranza dei patrimoni non sia allocata in modo efficiente delinea, per il nostro settore, un ampio spazio di crescita per tutti quei professionisti che sapranno cogliere l’opportunità.

Cambia la domanda
Nuove generazioni di clienti che richiedono approcci diversi, maggior consapevolezza, in particolare da parte dei clienti top, nella ricerca di concreto valore aggiunto, nuovi servizi e nuovi prodotti che necessitano di più competenze e più trasparenza nella comunicazione, nuove tecnologie che rivoluzionano il modo di gestire la relazione con i clienti. Questi sono solo alcuni dei cambiamenti che sono avvenuti nel settore della consulenza finanziaria negli ultimi anni. Occorre affrontare e cavalcare questi cambiamenti senza resistenza all’innovazione e senza cultura dell’alibi, attitudine che inevitabilmente condannerà a cocenti delusioni. Naturalmente occorre volerlo, serve l’energia e l’ambizione di volerlo fare.

Le domande da porsi
Le domande che dobbiamo porci sono ad esempio: come voglio affrontare il nuovo? Dove voglio arrivare? Quali ambizioni ho? Serve un progetto personale di sviluppo della propria attività, che si basi su obiettivi precisi sostenuti dalla nostra ambizione. Una volta che il progetto sarà chiaro, bisognerà intraprendere le azioni adatte a perseguire con successo gli obiettivi prefissati, continuando a creare valore per i clienti, sviluppando un approccio consulenziale distintivo, che si rifletta anche nella capacità di non far correre rischi inutili ai clienti. Operando sulla clientela private ci si dovrà costruire un networking di livello e quindi concentrarsi sullo sviluppo di solide relazioni sul territorio, che vanno costantemente alimentate nel tempo dal momento che non si può vivere di rendita. È inoltre fondamentale migliorare la qualità della vita professionale e privata, trovando un sano equilibrio tra le due dimensioni. Le ambizioni sono fondamentali ma restano sogni se non sono accompagnate da una forte attività di programmazione.

Paolo Martini

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