Un fatto di protezione

L’andamento del mercato nel primo semestre ha confermato le sensazioni più volte espresse su queste pagine. Il 2016 verrà ricordato come un anno particolarmente difficile per i gestori. La volatilità continua a restare su livelli elevati, e le cose sarebbero andate anche peggio senza gli interventi delle banche centrali.

Primo non prenderle
La Fed americana ha rinviato sine die il rialzo dei tassi d interesse più volte preannunciato e sempre più necessario; la banca centrale giapponese e europea hanno continuato nelle loro politiche iperespansioniste adottando addirittura tassi d’interesse negativi e raccogliendo tutte le obbligazioni possibili e immaginabili. Ma non dobbiamo illuderci che questa calma apparente possa continuare nonostante i problemi sottostanti,debiti e crescita,non sono risolti. In questo scenario le priorità diventano la protezione del capitale e la diversificazione dei rischi .

Bilancio deludente
Le performance registrate nella prima metà dell’anno sono state al di sotto delle aspettative, ma non va dimenticato il contesto all’interno del quale sono state prodotte. La liquidità depositata in banca costa lo 0,4%, somma alla quale devono aggiungersi le spese bancarie senza dimenticare il rischio legato all’istituto depositario. Così non si possono tenere fermi i risparmi, diventa necessario investirli.

Focus sui bond

Questo mese concentriamo l’analisi sulla categoria dei fondi che investono nei bond ad alto rendimento soprattutto long/short e in particolare su due prodotti che hanno avuto una buona performance da inizio anno. Questi fondi concentrano la loro esposizione su obbligazioni con rating inferiore a A e spesso si spingono a obbligazioni con C rating.
Il mercato principale per questi veicoli d’investimento è dato dal dollaro americano, con una predilezione per le società del comparto energetico. Quindi le performance sono in parte legate all’andamento del petrolio. In generale la performance della maggior parte dei fondi in questa categoria e stata per il mese di maggio tra +0.5% e +1%.
Venendo ai prodotti, il Muzinich Short Suration High Yield Bond Fund si pone l’obiettivo di proteggere capitale e generare rendimenti superiori ai rendimenti delle obbligazioni statali con scadenze analoghe. Il fondo investe in un portafoglio diversificato, principalmente obbligazioni ad alto rendimento al di sotto di investment grade (da BB1 a B3)con scadenza di breve durata. I settori dove il fondo aveva più alta esposizione a fine maggio erano telecom, farmaceutici, satelliti per la tv e alimentare.
Con una sharpe ratio di 0,83 su tre anni e un massimo drawdown del 2,7%, lo possiamo considerare abbastanza sicuro. Il rendimento annualizzato, considerando gli ultimi tre mesi è del 3,53% e su un anno dell’1,05%.
Mentre, nel caso dell’European High Yield Bond Fund l’obiettivo è fare meglio del benchmark relativo alle obbligazioni ad alto rendimento del Vecchio Continente. Il fondo investe almeno due-terzi del suo capitale in obbligazioni del settore privato o pubblico europeo. Il fondo può investire fino a un terzo del suo capitale in altre valute che quella di denominazione e fino ad un massimo del 10% può investire in titoli azionari. Il rischio valutario può essere coperto attraverso cambi a termine. A fine maggio il fondo era prevalentemente investito in Inghilterra 30% e Germania 12% e in debitori di qualita BB (30%) e B (45%). Il rendimento per il 2016 è stato del 2,5% e nel 2015 del 3%.

Roberto Falzoni

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